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L’NBA rafforza i controlli sulle scommesse dopo i casi Rozier e Porter

L’NBA alza le difese dopo gli scandali legati alle scommesse: tiri liberi, falli e palle perse finiscono nella lista nera delle giocate a rischio manipolazione

Dopo gli scandali legati alle scommesse che hanno coinvolto alcuni giocatori, l’NBA e i principali operatori del settore stanno ridefinendo le regole del gioco – e non solo sul parquet.

Secondo fonti riportate da ESPN, la lega e i suoi partner, tra cui FanDuel e DraftKings, stanno rivedendo quali tipologie di scommesse siano più vulnerabili a manipolazioni e quanto i giocatori possano effettivamente puntare su di esse.

I bersagli più sensibili: tiri liberi, falli e palle perse

Già prima dell’inizio della stagione, l’NBA aveva individuato tre categorie di giocate particolarmente esposte al rischio di alterazione: tiri liberi sbagliati, falli e palle perse. La lega ha chiesto ai propri partner di non accettare più scommesse su questi eventi, e sia FanDuel che DraftKings hanno accolto la richiesta.

Quest’ultima, in passato, offriva la possibilità di puntare in tempo reale sui tiri liberi di un giocatore, ma ha deciso di eliminare completamente questa opzione.

Limiti di puntata e integrità del gioco

Le discussioni in corso non riguardano solo quali scommesse siano consentite, ma anche quanto denaro si possa investire. Le puntate sui “player prop” – ovvero su statistiche individuali come punti o rimbalzi – restano più limitate rispetto a quelle sul risultato della partita, proprio per ridurre il rischio di manipolazione.

Le scommesse sulle prestazioni individuali richiedono un livello di controllo più alto

Portavoce NBA

Ha spiegato un portavoce NBA, sottolineando l’impegno costante della lega nel collaborare con i bookmaker per proteggere l’integrità delle competizioni.

Dai casi Rozier e Porter l’allarme definitivo

La tensione è salita dopo le accuse federali contro Terry Rozier, che secondo un’inchiesta avrebbe informato un amico della sua intenzione di lasciare anzitempo una partita del marzo 2023. L’amico avrebbe poi venduto la soffiata a scommettitori per circa 100.000 dollari.

Le piattaforme, notando un’anomala ondata di puntate sull’“under” delle statistiche di Rozier, avevano sospeso le giocate ore prima della palla a due. In totale, furono scommessi oltre 250.000 dollari su quel mercato.

Il caso ricorda da vicino quello di Jontay Porter, espulso dalla lega nel 2024 dopo aver manipolato le proprie prestazioni per favorire scommesse sugli “under”. Da allora, l’NBA ha chiesto di vietare anche le puntate sui giocatori con contratti two-way o 10-day, ritenuti più esposti a pressioni o tentazioni economiche.

I bookmaker si difendono: “Il sistema funziona”

Nonostante le polemiche, DraftKings sostiene che il sistema di monitoraggio delle scommesse stia funzionando come previsto:

Questi episodi mostrano che il settore regolamentato è in grado di individuare e segnalare tempestivamente attività sospette

Portavoce NBA

FanDuel ha ribadito la stessa linea, sottolineando la costante collaborazione con la lega e il continuo aggiornamento dei criteri di rischio.

Un equilibrio fragile

Il nodo resta quello di non spingere gli scommettitori verso mercati illegali. La Sports Betting Alliance, che rappresenta i principali operatori statunitensi, ha messo in guardia contro divieti troppo estesi:

Un bando totale sui prop bet rischierebbe di alimentare il gioco d’azzardo su piattaforme non regolamentate, dove non esistono controlli né tutele per i consumatori

Sports Betting Alliance

La sfida per l’NBA, insomma, è mantenere l’equilibrio tra integrità e mercato, in un contesto in cui le scommesse fanno ormai parte dell’esperienza sportiva di molti tifosi.

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