Scandalo scommesse NBA: anche Lue finisce nel mirino dell’inchiesta
Lo scandalo scommesse che scuote la NBA arriva fino a Tyronn Lue: il coach dei Clippers avrebbe partecipato a una delle partite di poker truccate legate a Chauncey Billups
Il presunto scandalo legato al gioco d’azzardo che sta scuotendo la NBA sembra estendersi ogni giorno di più. Dopo l’arresto dell’allenatore dei Portland Trail Blazers, Chauncey Billups, accusato di aver partecipato a una serie di partite di poker manipolate a Las Vegas, nuove rivelazioni puntano ora verso un altro volto noto della lega: Tyronn Lue, attuale coach dei Los Angeles Clippers.
Secondo quanto riportato dal giornalista investigativo Pablo Torre nel suo podcast Pablo Torre Finds Out, Lue avrebbe partecipato a una delle partite incriminate nell’aprile 2019, in un tavolo separato da quello di Billups. Quella stessa serata, Billups avrebbe beneficiato di un sistema di mescolamento truccato delle carte e di tavoli dotati di tecnologia a raggi X, orchestrati – sempre secondo le accuse – da gruppi legati al crimine organizzato.
Torre, citando fonti dirette, ha precisato che Lue non risulta coinvolto nelle manipolazioni, ma la sua presenza e i legami stretti con Billups e con un altro nome citato nell’indagine, Damon Jones, hanno attirato l’attenzione degli investigatori.
Ty Lue era lì, nello stesso evento, e la sua amicizia con Billups è di lunga data – risale a quando aveva 17 anni. È la stessa persona che Lue avrebbe poi voluto al suo fianco come assistente ai Clippers nel 2020
Pablo Torre
Il lato oscuro del poker NBA
Che Lue fosse un appassionato di poker non è un segreto. Durante le estati trascorse a Las Vegas, è stato spesso visto all’Aria High Limit Bar, punto d’incontro informale di molti volti NBA amanti del gioco.
Proprio lì è frequente anche la presenza di Damon Jones, ex giocatore e oggi assistente, coinvolto in un altro filone dello scandalo: quello dei presunti “tip-off” interni sulle assenze di LeBron James in alcune partite dei Lakers, che avrebbero permesso a scommettitori informati di piazzare puntate vincenti.
Lue e Jones, uniti da una lunga amicizia e da collaborazioni in più staff tecnici, erano stati visti insieme anche durante le World Series of Poker del 2024, immortalati fianco a fianco a bordo tavolo per sostenere un amico in gara.
Un’inchiesta che non si ferma
Il nome di Damon Jones era già emerso anni fa per motivi finanziari, dopo due tentativi falliti di dichiarare bancarotta in Texas e un debito di quasi 50.000 dollari con il Bellagio. Ora lui, Billups e altri ex giocatori, come Jontay Porter e Terry Rozier, sono parte di un’indagine federale più ampia che mira a chiarire i legami tra scommesse illegali, manipolazione di partite e uso improprio di informazioni interne.
Se al momento Ty Lue non risulta formalmente indagato, la sua presenza in uno degli eventi sotto accusa – e i suoi rapporti personali con i protagonisti principali – rischiano di offuscare la sua immagine pubblica e quella dell’intera lega, che negli ultimi mesi sta affrontando la crisi di credibilità più seria dai tempi dello scandalo Tim Donaghy.