Il “nuovo” Devin Booker guida la rinascita dei Suns
Devin Booker con 36 punti e 9 assist mostra una perfetta combinazione di creatività e leadership. Coach Jordan Ott ne esalta la maturità nel leggere il gioco con e senza palla
Halloween a Phoenix, questa volta, ha avuto poco a che fare con le maschere. I Suns hanno scelto una strada più semplice e più efficace: difendere, correre e lasciare che Devin Booker facesse il resto. Il 118-96 sugli Utah Jazz vale la seconda vittoria stagionale, ma soprattutto mette sul tavolo una bozza chiara dell’identità che Vogel vuole costruire.
Devin Booker ha fatto la differenza senza forzare. 36 punti (13/23 dal campo, 6/9 da oltre l’arco) con letture pulite e una gestione del suo gioco con e senza la palla, da vera Point Guard.
Gli servono entrambe le cose. Anche in campo aperto, quando non ci sono blocchi, riesce semplicemente a leggere lo spazio davanti a sé e capire quando attaccare
Jordan Ott
Il campo arancione acceso ha fatto scena, certo. Ma l’effetto vero è arrivato dal ritmo: Phoenix ha spinto, ha pressato alto e ha trasformato ogni errore avversario in accelerazione. 21 turnover forzati, 29 punti ricavati e solo 12 perse: numeri che raccontano una squadra finalmente più fisica, più attiva, meno attendista.
Bene anche Ryan Dunn: 13 punti, 11 rimbalzi e quella presenza costante su ogni pallone vagante che può diventare il marchio di fabbrica di questo gruppo. Markkanen ne segna 33, ma non sposta l’inerzia: i Suns sono stati in controllo praticamente dall’inizio, senza cali, senza caos.
È una sola notte. Però è una partita che pesa ed è la prima vittoria nella prima gara di NBA Cup: Phoenix ha mostrato gambe, aggressività e un leader in ritmo. Se questa è la direzione, c’è materiale su cui costruire davvero.