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Caos ai Memphis Grizzlies: è tutta colpa di Ja Morant?

Dopo la sospensione di Morant, c’è grande curiosità sulla situazione all’interno dello spogliatoio dei Grizzlies. E forse coach Iisalo non è esente da colpe

Apparentemente, niente di nuovo sotto il sole: Ja Morant è stato sospeso per una partita (già giocata e persa, contro Toronto) dai Memphis Grizzlies a causa del suo comportamento.

E stavolta pistole e dirette social non c’entrano niente.

La pessima prova contro i Lakers

Galeotta è stata la pessima prestazione contro i Los Angeles Lakers della seconda scelta assoluta del 2019, in cui è apparso tanto passivo in campo, quanto fuori dal rettangolo di gioco. Malgrado coach Tuomas Iisalo lo avesse spronato (pare, a più riprese) nel prendere in mano la leadership del gruppo.

La sua evidente riluttanza si è tradotta in una prestazione insufficiente, balisticamente coerente con il 15% dall’arco tenuto in questo avvio stagionale (0/6 nella partita in questione), spesso trotterellando sul parquet e senza attaccare mai il pitturato, per poco più di 30 minuti di impiego.

E il -4 di plus/minus non descrive quanto la sua presenza sia coincisa con il crollo dei suoi a vantaggio degli avversari, che alla fine hanno vinto per 117 a 112 dominando il secondo tempo.

La risposta polemica di Ja Morant

Sollecitato dai giornalisti rispetto al suo stato di forma, Morant ha polemicamente invitato a chiedere al coaching staff, vista una condizione fisica apparentemente priva di problemi, a prescindere dai minuti di gioco.

Questo è stato più che sufficiente per causare la sospensione decisa dai Grizzlies, che secondo quanto detto da Iisalo nel pre-partita con i Raptors, era coerente con la filosofia abbracciata dall’organizzazione. Malgrado lui e i compagni non vedessero l’ora di riaverlo a disposizione.

Le speculazioni su trade e tensioni interne

Chiaramente le speculazioni su una possibile trade da parte del giocatore – o sulla presunta volontà della franchigia di scambiarlo – si sono moltiplicate negli ultimi giorni.

Ma a prescindere da quanto il suo atteggiamento possa risultare tollerabile o meno, ha senso considerare la situazione guardandola nel complesso, interrogandosi sull’influenza del coach finlandese ex Paris Basketball.

Il metodo “Murderball” di Tuomas Iisalo

Chiamato a gestire la squadra dopo il licenziamento di Jenkins, Iisalo ha portato la sua filosofia “murderball”, basata su ritmi elevati e aggressività su entrambi i lati del campo.

Allenamenti durissimi già in training camp, confermati da diversi giocatori, Morant compreso, oltre al rookie Coward, che sembra aver beneficiato del sistema visto l’impatto registrato in avvio stagionale.

Certo, il numero di infortuni e fastidi fisici non dovrebbe avere relazione diretta con lo sforzo richiesto ai giocatori, ma il rendimento complessivo non sta convincendo.

Grizzlies in crisi di identità

La sensazione è che un sistema che prevede scatti e rapidità decisionale non venga seguito con convinzione dai giocatori, e non solo da un Ja apparentemente scontento.

I capovolgimenti di fronte molto rapidi sembrano affaticare il centro Jock Landale, che non sta giocando male come sostituto di Zach Edey, ma non è esattamente un fulmine. Lo stesso Jaren Jackson Jr. è apparso a tratti spaesato, spesso sacrificato dalle rotazioni di Iisalo in queste prime sfide, con difficoltà a entrare in ritmo.

Il coach sembra voler evitare di tenere nessuno in campo oltre i 30 minuti, e i dati lo confermano: Morant è il più impiegato con poco più di 28 minuti, seguito da JJJ. I due “sopravvissuti” di quei Grizzlies che promettevano un futuro brillante, prima di essere smantellati, fino alla cessione di Desmond Bane a Orlando.

Memphis e il rischio di una nuova ricostruzione

Insomma, senza fraintendimenti: se Tuomas Iisalo è stato scelto per le sue idee, deve essere libero di applicarle. Ma il rischio è che il suo carisma non basti per imporsi in uno spogliatoio dove i leader lo riconoscono poco.

Anche perché i Grizzlies non sono partiti malissimo: con il quarto pace della lega (103.93 possessi a gara), ma un offensive rating solo 24° e un defensive rating 22°, il record negativo trova spiegazione.

Il futuro di Ja Morant

La crisi tra Ja Morant e Iisalo potrebbe essere rientrata, almeno in apparenza. Ma se il malcontento fosse più profondo, il tema tornerà d’attualità nel corso della stagione.

La franchigia potrebbe allora valutare di ricostruire completamente il progetto, puntando al prossimo Draft e provando a capitalizzare con la cessione di Morant. Una scelta dolorosa, vista la piccola dimensione del mercato NBA di Memphis e quanto il nome di Ja attragga attenzioni preziose per la franchigia.

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