Nico Harrison licenziato dai Dallas Mavericks: analisi di un fallimento annunciato

Il disastro dei Dallas Mavericks porta al licenziamento di Nico Harrison: la trade Doncic-Davis e l’inizio di stagione da incubo costano caro al GM

IMAGO - Nico Harrison durante una conferenza stampa dei Dallas Mavericks

Dando una rapida occhiata alle classifiche di Conference – o anche solo scorrendo i risultati della notte – la domanda più ricorrente è semplice: cosa sta succedendo a Dallas? La risposta, almeno in superficie, è altrettanto immediata: sta succedendo un bel caos.

Una squadra costruita su concetti moderni come taglia e versatilità, che sembrava profonda e completa, oggi appare incapace di vincere. Il licenziamento di Nico Harrison è solo il punto di partenza di una rifondazione che dovrà essere più profonda e decisa del previsto.

L’assenza di Kyrie Irving e le soluzioni di emergenza di Jason Kidd

Era chiaro che l’assenza di Kyrie Irving avrebbe pesato, anche se il suo rientro entro l’anno è stato spesso evocato. Coach Jason Kidd ha dovuto arrangiarsi con soluzioni temporanee, ma sulla carta il roster sembrava comunque in grado di reggere un periodo difficile di regular season.

Anche il rischio legato alla fragilità fisica di Anthony Davis era noto. L’idea di alternarlo con Daniel Gafford e Dereck Lively avrebbe dovuto limitarne l’impatto, ma così non è stato: Davis è già fermo ai box e in campo si è visto spesso Dwight Powell, ormai ben lontano dai suoi giorni migliori.

Il tutto in una squadra che, oltre a Klay Thompson e al promettente rookie Cooper Flagg, disponeva di una profondità teorica notevole. Eppure, la realtà racconta una crisi profonda, più legata a un eccesso di confusione che a una mancanza di talento.

Numeri impietosi: Dallas affonda tra inefficienza e mancanza di identità

I numeri non mentono: dopo undici partite, i Mavericks hanno solo tre vittorie. Nonostante un roster costruito per dominare a rimbalzo e produrre extrapossessi, Dallas è ventottesima per rimbalzi offensivi, con una filosofia che privilegia il rientro difensivo anziché la lotta sotto il ferro.

Anche le percentuali al tiro sono disastrose:

  • 25ª per percentuali dal campo
  • 29ª da tre punti con appena il 30,3%
  • Offensive rating al 29° posto dell’intera NBA

Insomma, una squadra pensata per “tirare tanto” ma che non segna abbastanza per rendere sostenibile quel piano di gioco.

Klay Thompson in difficoltà e il caso Cooper Flagg

Il rendimento di Klay Thompson è preoccupante: 26,7% da tre su 6 tentativi a partita, ben lontano dagli standard che ne hanno fatto uno dei migliori tiratori della storia. L’unico sopra il 40% è Max Christie (45,3%), ma è troppo poco per evitare il naufragio.

Il rookie Cooper Flagg, hype enorme e talento indiscusso, è stato messo in difficoltà da Kidd, che lo ha schierato da point guard titolare in un ruolo non suo. Nel frattempo, D’Angelo Russell, il naturale vice-Irving, resta ai margini con appena 21 minuti di media, segno di una gestione tecnica confusa.

La trade Doncic-Davis: il momento in cui tutto è crollato

La scelta più discussa resta quella dell’ex General Manager Nico Harrison, che ha deciso di cedere Luka Doncic ai Lakers in cambio di Anthony Davis e Max Christie. Una mossa che già all’epoca aveva fatto storcere più di un naso, giustificata con il mantra “la difesa vince i campionati”.

I fatti raccontano altro:

  • Luka Doncic, oggi ai Lakers, si è presentato in forma smagliante e sta dominando l’inizio di stagione.
  • Anthony Davis, invece, si è presentato in sovrappeso e si è già fermato per infortunio.

Una trade che oggi appare catastrofica per Dallas, soprattutto considerando che Doncic è tornato a essere uno dei candidati più forti al titolo di MVP NBA 2025.

Il licenziamento di Nico Harrison e il futuro incerto dei Mavericks

Con i risultati che crollano e le critiche crescenti – perfino da Dirk Nowitzki, simbolo eterno della franchigia – la proprietà ha deciso di intervenire: Nico Harrison è stato licenziato. Una mossa inevitabile, vista la situazione, ma che lascia i Mavericks senza una direzione chiara.

Le responsabilità, però, non si fermano al front office. Lo staff medico è sotto accusa per la lunga serie di infortuni, mentre Jason Kidd sembra sempre più un allenatore in confusione, incapace di dare un’identità tecnica alla squadra.

E come se non bastasse, Dallas non possiede la propria prima scelta nel Draft 2026. Tradotto: anche un’eventuale strategia di tanking non servirebbe a nulla.

Serve una rifondazione vera

La crisi dei Mavericks è profonda e strutturale. Dopo il fallimento della trade Doncic-Davis, i problemi tecnici, le scelte discutibili di Kidd e ora il licenziamento di Harrison, Dallas deve ripartire da zero.

Senza un piano chiaro, rischia di restare intrappolata a metà strada tra ricostruzione e ambizione, il limbo peggiore per una franchigia che solo pochi anni fa sognava l’anello.

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