Wade sul caso Ja Morant: “È il giocatore a passare per cattivo”

Wade offre una riflessione lucida e umana sul conflitto che si è aperto tra Morant e i Grizzlies

Dwyane-Wade

Ci sono momenti in cui il talento non basta. Ja Morant, stella dei Memphis Grizzlies, lo sta scoprendo nel modo più duro. Dopo un avvio di stagione da incubo – 4 vittorie e 8 sconfitte – e numeri ben lontani dai suoi standard, il 24enne playmaker sembra aver perso la scintilla che lo aveva reso uno dei volti più elettrizzanti dell’NBA.

A dirlo, con l’esperienza di chi certe tempeste le ha già affrontate, è Dwyane Wade. L’ex leggenda dei Miami Heat ha parlato nel suo podcast The Time Out, offrendo una riflessione lucida e umana sulla situazione di Morant.

È una storia sfortunata. Memphis stava costruendo qualcosa di speciale. Ora la magia sembra essersi interrotta. Avevano finalmente i loro giocatori sani, pronti a vedere Ja e Triple J insieme, cosa che non accadeva da due anni. C’era entusiasmo, e invece non siamo neanche a dieci partite e già ci sono squadre che chiamano

Dwyane Wade

Wade sa di cosa parla. Anche lui ha vissuto momenti di tensione con le dirigenze di Miami e Chicago, tra contratti, cambi di squadra e nuove sfide. Per questo il suo sguardo è doppio: da giocatore e da uomo.

Quando le cose si incrinano, entrano in gioco i media, le voci, le altre squadre che chiamano. Ma per aggiustare qualcosa, servono due lati disposti a farlo

Dwyane Wade

Morant, che aveva voluto chiudere la polemica davanti ai media, continua a cercare sé stesso: 18,9 punti di media, ma percentuali che parlano di un giocatore smarrito (35% risicato dal campo e 17% da tre) più che in difficoltà tecnica.

In questi casi il giocatore è quasi sempre quello che finisce per sembrare il cattivo. L’organizzazione può nascondersi dietro lo scudo, ma il nome che resta lì fuori è il suo

Dwyane Wade

Il messaggio è chiaro: Ja deve tornare a divertirsi, a giocare con quella leggerezza che lo aveva reso irresistibile.

Vogliamo rivedere Ja essere Ja. Quel sorriso, quella gioia, quello spettacolo

Dwyane Wade

E forse, proprio da lì, può ricominciare tutto.

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