La curiosa 100×100 dei Pelicans: dentro la crisi offensiva

New Orleans sta vivendo un ridimensionamento profondo, tra il cambio in panchina e un attacco crollato ai minimi della lega

Jordan Poole e Zion Williamson al media day New Orleans Pelicans

L’impressione di chi guarda i New Orleans Pelicans in questo momento è chiara: la squadra è entrata in un ridimensionamento totale, non più evitabile.

Il licenziamento di Willie Green è arrivato in ritardo e senza un vero piano alternativo, mentre la scelta di puntare su James Borrego – coach solido, ma non rivoluzionario – sembra più un ripiego che l’inizio di una nuova visione.

Il problema principale è che Borrego eredita il peggior quintetto offensivo dell’intera NBA. Le attenuanti ci sono, soprattutto in termini di infortuni, ma il campo racconta un’altra storia: NOLA sta proponendo come squadra titolare Jeremiah Fears, Herb Jones, Trey Murphy, Saddiq Bey e Kevon Looney, un gruppo che produce 100 punti su 100 possessi, meno persino dei disastrati Grizzlies. Un attacco sterilizzato, statico, prevedibile.

L’attacco è fermo: rotazioni ridotte e idee limitate

Con Jose Alvarado da sesto uomo, le soluzioni offensive a disposizione non crescono di molto. Il sistema è spezzato, i creatori sono pochi e la produzione dal palleggio è quasi nulla. Da qui i primi dubbi sulle possibilità di Borrego di “rianimare” un roster che, al netto degli infortuni, sembra costruito per faticare.

Eppure, andando più in profondità nelle rotazioni, emerge l’unico vero punto di interesse di questa fase della stagione.

Derik Queen: la scommessa che New Orleans deve far funzionare

La 13esima scelta del Draft 2025, Derik Queen, sta producendo cifre di tutto rispetto per un rookie inserito in un contesto così limitante: 10.6 punti e 6 rimbalzi in 22.1 minuti. Non è solo una questione numerica: Queen mostra uno skillset offensivo simile a quello di Zion Williamson, sia nelle qualità che nei rischi. Potenza nei primi passi, buone mani vicino al ferro, discreta visione e una capacità naturale di generare vantaggio.

Nel male, chiaramente, ripropone anche alcune criticità del compagno: tempi difensivi ballerini e letture ancora poco reattive. Ma considerando l’investimento fatto per prenderlo – soprattutto alla luce del pick swap 2026 con i Pacers, che aumenta la pressione sulla dirigenza – la sua crescita non è più un’opzione: è una necessità.

Una priorità inevitabile

Il ridimensionamento dei Pelicans rende chiaro un punto: la franchigia deve trovare un nuovo centro di gravità tecnico. Con una struttura così povera sul piano offensivo, Queen rappresenta una delle rare opportunità di sviluppo con potenziale reale. Non dargli minuti, responsabilità e una direzione chiara significherebbe sprecare l’unico asset emergente in un roster che oggi offre più ombre che soluzioni.

Il nuovo ciclo di Borrego parte da qui: capire se Derik Queen può diventare un pilastro, o se si tratta solo di una fiammata in un momento di caos.

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