L’emozione di Edgecombe nella sfida con LeBron: “Gioco grazie a lui”

Per Edgecombe una serata speciale: l’emozione di affrontare l’idolo LeBron James si scontra con la delusione per la sconfitta dei Sixers

VJ Edgecombe, guardia dei Philadelphia 76ers, con LeBron James, ala dei Los Angeles Lakers

All’alba dei quarantuno anni, LeBron James continua a essere decisivo. Contro Philadelphia, nella notte in cui i Lakers avevano bisogno di un faro, lui c’è stato.

Dieci punti consecutivi nel quarto periodo, un finale in solitaria che ha ribaltato l’inerzia e ricordato a tutti che, anche se il corpo ogni tanto scricchiola, la mente del campione è ancora affilata come sempre. E così Los Angeles vince 112-108 a Philadelphia.

La notte, però, è stata speciale anche per un altro motivo. A fine partita, il rookie VJ Edgecombe (15 punti con 5/13 al tiro) si è avvicinato timidamente a James per stringergli la mano e chiedergli la maglia. Un gesto simbolico, certo, ma anche generazionale:

Edgecombe è nato nel 2005, due anni dopo il debutto di LeBron nella lega. Per lui, quel numero 23 (o 6, o qualunque versione della leggenda) non è solo un giocatore, ma un pezzo di infanzia, quasi un eroe dei videogiochi contro il quale si è ritrovato nella vita reale.

È stato il mio giocatore preferito… ed è l’unico motivo per cui ho iniziato a giocare a basket. Vorrei tanto vincere. Mi sentirei meglio se riuscissi ad avere la sua maglia

VJ Edgecombe

James, che il 30 dicembre spegnerà 41 candeline, è diventato una sorta di ponte tra epoche. È stato l’idolo di ragazzi come Edgecombe, proprio come Jordan e Kobe lo erano stati per lui. E ora gioca contro quella stessa generazione che è cresciuta guardandolo dominare ogni tipo di palcoscenico.

La sua capacità di legare le generazioni è uno dei motivi per cui chiederai legittimamente: per quante stagioni avremo la fortuna di vedere ancora LeBron in campo?

Per ora, l’unica certezza è che, quando serve, James sa ancora come prendersi una partita. E i giovani come Edgecombe continueranno a guardarlo con quegli occhi pieni di stupore che solo i grandi, quelli veri, sanno ispirare.

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