Declino Clippers: come le trade hanno svuotato il futuro
Le trade passate hanno privato i Clippers delle scelte future: il team naviga tra crisi e risultati deludenti
In settimana Tyronn Lue ha attribuito la crisi dei Clippers alla fragilità fisica del roster e alla scarsa produzione della panchina. Un’osservazione valida, ma c’è un dato più spaventoso: quando i Big Three – Kawhi Leonard, James Harden e Ivica Zubac – giocano insieme, il loro net rating è -6, a fronte dell’ottimo +14 della scorsa stagione.
E non è un problema di cast di supporto: il quarto uomo è l’eccellente Dunn e il quinto è uno fra Collins e Bogdanovic. Eppure i risultati sono disastrosi: 28esimo attacco, 26esimi per rimbalzi nonostante fisicità e doppio lungo, 29esimi per assist, oltre a un ritmo di gioco lentissimo. La difesa va anche peggio: nel solo novembre, quartultimo rendimento NBA, quasi sempre con Leonard disponibile.
Prima ancora, nelle prime 14 gare, erano già 18esimi per punti concessi. in un contesto del genere, la rebuilding sarebbe la strada naturale. Ma c’è un problema insormontabile: i Clippers hanno ceduto tutte le prime scelte fino al 2030 nelle trade precedenti, regalando a Thunder e 76ers un futuro luminoso mentre il loro presente si sgretola.