Giannis Antetoukompo, quali sono i reali problemi del suo tiro?

Il greco ha realizzato un solo libero su 10 tentativi contro Dallas. Proviamo ad analizzare quali sono le problematiche del suo tiro.

Giannis Antetokounmpo marcato da Andre Iguodala

Contro Dallas è arrivata un’ulteriore prova convincente per i Bucks, con la vittoria su Doncic e compagni per 112-109.

Non è tutto oro quel che luccica però. Giannis Antetokoumpo ha guidato Milwaukee alla vittoria con 31 punti e 9 rimbalzi, concludendo però con un terribile 1 su 10 dalla linea del tiro libero. Una vera e propria croce per il greco che non è nuovo a questi numeri impietosi dalla linea della carità.

Il due volte MVP ha commentato così la sua prestazione ai liberi:

La soluzione è tirare di più. È semplice, tirare più liberi. Concentrarsi sulla propria tecnica, analizzare passo per passo e tirare di più.

Questo è quanto, più tiri, più lavori su questo aspetto, più migliori. Non ci sono segreti.

Il problema del greco risiede davvero nella sola pratica?

La mia risposta è no. Il problema di Giannis è di gran lunga più profondo e ha bisogno di essere affrontato subito perché necessita cambiamenti radicali.

Esperti di biomeccanica applicata alla pallacanestro come Tommy Tempesta di Basketball Biomechanics e Rajpal Brar hanno analizzato il movimento di tiro di Giannis e l’evoluzione della sua tecnica nelle ultime stagioni.

Il primo grande problema di Antetoukompo quando vai ai liberi è il cosiddetto “energy transfer”.

Come possiamo vedere in uno dei tentativi di questa notte, il greco non ha un movimento fluido, non noterete quell’energia che parte dagli arti inferiori del corpo, risale e culmina nel rilascio del pallone, come in un libero dei vari Brogdon, Lillard o Murray.

Se guardate attentamente i due video, farete caso in prima battuta alla meccanica “robotica” di Giannis. Ma con un occhio più attento, potete vedere il trasferimento di energia dei due: il rilascio di Dame coincide con il momento in cui il suo baricentro si sposta verso l’alto, i talloni sono sollevati da terra al culmine del movimento.

Quando Giannis rilascia i talloni hanno già compiuto questo gesto, l’impulso è terminato ed inevitabilmente torneranno verso il terreno, creando una forza opposta rispetto a quella che il giocatore ha bisogno al momento del rilascio.

La fluidità del gesto è data da tanti altri aspetti oltre il transfer. Come vediamo nel video sopra, Giannis compie un’estensione dell’omero in fase di preparazione del tiro, il gomito si porta molto dietro rispetto al torace.

Un elemento che ha inserito da poco nella sua meccanica, probabilmente per tentare di correggere il fatto che tiene la palla molto lontana dal corpo durante il movimento o per aumentare il tempo di applicazione dell’impulso alla palla, facendole fare una “corsa” più lunga prima dell’arrivo al punto di rilascio.

Il risultato però non è un maggiore impulso dato al pallone, ma un’ulteriore perdita di ritmo durante la costruzione del “momentum” da trasferire dal lower body all’upper body.

Il video sopra conferma quanto detto finora. Si vede molto bene come Giannis estenda le gambe molto prima dell’arrivo del pallone al punto rilascio e al rilascio stesso, ritrovandosi con il baricentro in un punto completamente sfavorevole alla buona riuscita del libero.

Potete notare come la linea verticale che va dal bacino alle caviglie, si trovi decisamente più avanti rispetto alla linea verticale che parte dalle spalle al bacino nel momento in cui il pallone è nel punto di rilascio. Il consiglio è di andare sopra a rivedere Lillard e notare l’allineamento totalmente differente.

In queste condizioni Antetoukoumpo non può applicare in maniera corretta l’impulso al pallone e il libero finirà corto.

La domanda, retorica, sorge quindi spontanea: è davvero sufficiente la sola pratica costante, che rischia di consolidare delle abitudini gestuali che portano il due volte MVP a tirare liberi con percentuali bassissime, per risolvere i problemi al tiro del Greak Freak?

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