Lakers, Jeanie Buss svela la verità della trade mai successa per CP3

Le parole di Jeanie Buss, attuale proprietaria dei Los Angeles Lakers, sulla trade per Chris Paul

Kobe Bryant e Chris Paul

Stagione 2011/12, Chris Paul ai Los Angeles Lakers sembra un affare fatto, ma quando gialloviola e gli allora New Orleans Hornets hanno l’accordo per la trade, tutto salta: a bloccare la finalizzazione delle trattative è David Stern.

Ospite a All the Smoke, podcast di Matt Barnes (ex Lakers) e Stephen Jackson, Jeanie Buss, la quale ha seguito la vicenda da diretta interessata e ha spiegato come si è sviluppata.

Stavamo discutendo il contratto collettivo tutti nella stessa stanza a New York, io gestivo tutta la parte sportiva dei Los Angeles Lakers perché mio padre era malato. All’improvviso sentiamo la voce di una trade per Chris Paul, ma ciò non può accadere se siamo tutti qui, a parte per il GM degli Hornets che credeva di aver chiuso l’affare.

Jeanie Buss

L’attuale proprietaria dei Lakers ha continuato spiegando qual è stata la reazione degli altri dirigenti nel momento in cui sono venuti a conoscenza della trade per Chris Paul.

I dirigenti presenti hanno protestato perché pensavano che fosse ci fosse un imbroglio per non aver potuto fare proposte per Paul e così David Stern bloccò tutto, non in veste di commissioner, ma in veste di presidente della franchigia

Jeanie Buss

Così CP3 non è mai arrivato ai Lakers. Anzi, pochi mesi dopo è diventato un giocatore dei Clippers. Era stato lo stesso David Stern, agendo forse più calato nel ruolo di presidente degli Hornets che di commissioner, a promuovere questa deviazione di percorso per evitare che i gialloviola arrivassero ad avere un roster stellare già guidato tra l’altro da delle stelle come Kobe Bryant, Pau Gasol, Andrew Bynum, Ron Artest e di cui faceva parte anche lo stesso Matt Barnes.

L’obiettivo era avere una lega con più forze distribuite all’interno delle diverse squadre. Soprattutto dopo il fallimento degli Hornets di cui Stern era diventato presidente ad interim con interessi economici, in quanto commissioner della NBA, dopo che lega aveva sborsato di tasca propria 300 milioni per acquistare la franchigia dal suo ex proprietario George Shinn.

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