Bucks, Portis: “Ho lasciato New York per una cultura vincente”

L’ala di Milwaukee ha voluto spiegare il motivo per cui ha lasciato la squadra della Grande mela e si è voluto unire a Giannis e compagni

Portis esulta dopo un canestro

Quella di Bobby Portis è stata sicuramente un’ottima stagione dalla panchina, dimostrandosi così una delle armi segrete di questi Bucks che attualmente si trovano sul 2-2 nelle Finals a un passo dal sogno del titolo.

Portis ha avuto un impatto determinante per coach Budenholzer, pur non essendo nemmeno sesto uomo, mantenendo medie di 11.4 punti e 7.1 rimbalzi ma sopratutto garantendo tanta energia e pericolosità dall’arco (massimo in carriera di 47.1% da 3).

Il prodotto dell’Università dell’Arkansas ha lasciato la scorsa estate i New York Knicks, nonostante i tentativi della franchigia di tenerlo nel roster, e in un’ intervista per The Athletic ha voluto spiegare i motivi che lo hanno spinto poi a scegliere i Milwaukee Bucks:

I Knicks hanno rifiutato la mia player option per poi offrirmi un’altro contratto ma non ero sicuro che fosse la situazione migliore per me, come non lo era stata sicuramente l’anno prima. Ovviamente con l’arrivo di Leon Rose e William Wesley ci sono stati dei miglioramenti ma la verità è che volevo unirmi ad una cultura vincente

Bobby Portis

Anche se i Knicks hanno dimostrato un cambiamento radicale della loro cultura stupendo l’NBA e raggiungendo il quarto posto nella Eastern Conference, Portis non avrà nulla da recriminarsi per le sue scelte anche perchè la sua stagione non è ancora finita e l’anello è a due sole vittorie di distanza.

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