NBA, Scariolo commenta la scelta di fermare la NBA
L’assistente allenatore dei Raptors ha detto la sua in una recente intervista rilasciata per La Repubblica
Non solo la voce dei giocatori, anche quella degli allenatori si è fatta sentire. Tra questi c’è Sergio Scariolo, assistente di coach Nurse a Toronto, che ha voluto fare il punto della situazione riguardo allo stop dei giorni scorsi e al problema razzismo.
“Negli Stati Uniti il razzismo è realmente un problema, come quello della violenza della polizia. La scelta di Milwaukee, però, non è stata felice: i giocatori hanno fatto tutto da soli, avrebbero dovuto coinvolgere le altre squadre”
Questo il pensiero di Scariolo sulla scelta di Milwaukee e sui problemi della nazione
Scariolo ha poi voluto parlare della situazione all’interno della bolla, la paura del Covid-19 e i messaggi di solidarietà verso le minoranze etniche.
“Qui viviamo nella precarietà, con il rischio di casi di positività al Covid. Questa, invece, è stata una situazione nuova: il tema delle rivendicazioni razziali sembrava un po’ addormentata perché si erano ottenuti risultati, grazie alle piattaforme social dei giocatori ma, purtroppo, un delinquente, un razzista, un pazzo ci sono dappertutto”
Infine ha speso le ultime parole per precisare come negli Stati Uniti, la discriminazione sia una piaga sociale radicata dappertutto. Questa prende di mira non solo le persone di origine afro-americane, ma tutte le diverse culture ed etnie presenti negli USA.
“Bisogna vivere qui per capire che il razzismo esiste, non solo verso i neri. Anche verso gli ispanici. Il suprematismo, purtroppo, fa parte della cultura americana. È una nazione molto giovane dal punto di vista della teorica giustizia razziale”
Parole sante del nostro connazionale, che sta vivendo questa situazione di disagio con occhi europei, spiegando come sia difficile capire direttamente quello che provano giocatori, allenatori ed addetti ai lavori emotivamente coinvolti nella lotta contro il razzismo e la discriminazione.
Leggi anche: NBA, Belinelli: “Ci sono cose più importanti del basket”