Le 10 Regole che hanno cambiato l’NBA per sempre

Ecco i 10 cambiamenti che hanno rivoluzionato il gioco dell’NBA, rendendolo uno dei campionati sportivi più spettacolari ed entusiasmanti al mondo.

LeBron James in post contro Kobe Bryant

Ogni generazione sportiva è sottoposta ad un cambiamento, sia che si tratti del tipo di giocatori che entrano a far parte del mondo dello sport sia che si tratti di mutamenti a livelli di direzione e di regole. Alcune di queste regole cambiano lo sport per sempre, dandogli una nuova impronta.

Dunque, ecco le dieci modifiche alle regole dell’NBA (con il rispettivo anno di introduzione) che hanno reso questo gioco così spettacolare ed entusiasmante come possiamo ammirare al giorno d’oggi.

1947: Vietata la difesa a zona

Il gioco del basket, negli anni Quaranta, era ben diverso da quello a cui assistiamo oggi: vi erano meno regole ed i giocatori erano più liberi di muoversi e di tirare. Per questo motivo, nel corso degli anni, si susseguirono una serie di modifiche alle regole in modo da migliorare il gioco, rendendolo più spettacolare.

Dal punto di vista cronologico, una delle prime modifiche che fu apportata al regolamento dell’NBA risale al lontano 1947: in quella data fu abolita la difesa a zona in modo da prevenire una forte resistenza difensiva, favorendo così il gioco ed il dominio delle superstar.

1951: Area ampliata da 1,83 a 3,66 metri

Fu negli anni Cinquanta che, in seguito al dominio imposto da George Mikan, ex giocatore dei Minneapolis Lakers, l’NBA apportò delle modifiche alle misure del campo volte a frenare il dominio fisico del cinque volte campione NBA.

Infatti, decisero di allargare l’area del, raddoppiandone le dimensioni da 6 a 12 piedi, ovvero da 1,83 metri a 3,66 metri. Questa modifica del campo da gioco aiutò molto le difese che dovevano affrontare quei Lakers, rallentandone notevolmente l’avanzata.

1954: Introduzione dei 24 secondi

Correva l’anno 1950 quando i Fort Wayne Pistons sconfissero inaspettatamente i Minneapolis Lakers per 19-18 in quella che è passata alla storia come la partita dal punteggio più basso di sempre.

Motivo di tale risultato è da ricercarsi nella strategia di gioco imposta da coach dei Pistons il quale impose ai suoi di tenere il più possibile la palla nelle loro mani, rendendo così nullo lo strapotere degli avversari.

Da quel momento in NBA si resero conto di dover favorire il gioco, incoraggiare le squadre al tiro andando così a limitare la durata dei possessi a 24 secondi in seguito ad un’intuizione dell’allora proprietario dei Syracuse Nationals, Daniel Biasone.

1964: Corsia ampliata da 3,66 a 4,88 metri

Dopo George Mikan, negli anni Sessanta si avviò il periodo di dominazione firmato Wilt Chamberlain, detentore del record di punti segnati in una partita. Il due volte campione NBA era più atletico, più alto, più fisico di ogni altro giocatore presente nella lega in quel momento.

Per questo motivo, nel 1964 l’NBA prese la decisione di allungare l’area sotto al canestro che passò da 3 metri e 66 centimetri a 4 metri ed 88 centimetri, così da provare a fermare il predominio di Chamberlain.

1979: L’Hand-Checking viene bannato

In seguito alla fisicità dell’allora giocatore dei San Antonio Spurs, George Gervin, un difensore puro dotato di intelligenza e forza fisica sovrumane, l’NBA decise di apportare ulteriori modifiche al proprio regolamento di gioco.

Nel 1979 fu infatti vietato l’hand-checking ovvero l’uso illegale della mano o del braccio per impedire o influenzare il movimento di un avversario con o senza palla, rendendo così la fase offensiva di gioco più emozionante.

1980: Introduzione della linea del tiro da tre

Nel 1980 si compì una vera e propria rivoluzione nel gioco del basket: fu, infatti, introdotta la linea da 3 punti, che ha reso famosi giocatori del calibro di Reggie Miller, Ray Allen e di Stephen Curry, i quali occupano il podio della classifica dei migliori tiratori da tre punti.

L’obiettivo dell’NBA era quello di incoraggiare le squadre ad effettuare una manovra più veloce, provando anche un tiro dalla lunga distanza che ha accorciato i possessi in maniera notevole.

Stephen Curry al tiro

1991: Modifica della regola per il Flagrant Foul

Nel 1991 l’NBA modificò il proprio regolamento un’altra volta. Ma sta volta non si trattava di un tentativo di placare il predominio di un giocatore oppure di introdurre una nuova variante del gioco, ma si trattava di sicurezza dei giocatori.

Per questo motivo, nel 1991, furono implementate le regole che portavano al Flagrant Foul, ovvero il cosiddetto fallo antisportivo il quale, come spiegato in questo articolo, può essere di due tipologie a seconda della sua intensità e pericolosità.

1995: Avvicinamento della linea da 3 punti e maggior rispetto delle regole dell’hand-checking

In questo caso si parla di due modifiche di regole introdotte in corsa. Nel primo caso, l’avvicinamento della linea da tre punti, aveva come obiettivo quello di far aumentare l’efficienza al tiro (che tra la stagione 1994 e quella 1995 passò dal 33.6% a 35.9%).

Nel secondo caso, invece, si è assistito ad un inasprimento per quanto riguarda il rispetto della regola dell’hand-checking, già bannato nel 1979 ma che, nonostante tutto, era ancora altamente diffuso nell’NBA degli anni Novanta.

2002: Legalizzazione della difesa a zona

Nel 2002 l’NBA ha assistito al dominio di un altro gigante: Shaquille O’Neal. centro dotato di una stazza disumana e di una forza incredibile.

Per questo motivo, per rendere la lega maggiormente competitiva “combattendo” il dominio fisico di Shaq, l’NBA pensò di implementare nuovamente la difesa a zona, in modo tale da incoraggiare il movimento della palla ed il palleggio tra i vari giocatori.

2005: Vietato definitivamente l’Hand Checking

Con il ritorno della difesa a zona, l’hand-checking fu definitivamente abolito poiché la fase difensiva stava diventando sempre più fisica ed aggressiva e le superstar non riuscivano ad esprimere al meglio il proprio gioco.

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