NBA, Nick Wright: “LeBron è ancora il migliore”
Il co-conduttore di First Things First esalta le prestazioni di James e lo considera ancora il migliore della lega
LeBron James ha stupito tutti ancora una volta e, alla diciannovesima stagione NBA, sta dimostrando di essere ancora uno dei migliori giocatori della lega, senza risentire del peso degli anni, 37, appena compiuti.
Il nativo di Akron è ancora il giocatore più importante dei Los Angeles Lakers, nonostante la presenza di Anthony Davis e Russell Westbrook, e sta trascinando il disfunzionale roster assemblato in estate dal GM Rob Pelinka al sesto posto della Western Conference.
All’inizio dell’anno era emerso spesso il dibattito su chi fosse il miglior giocatore in NBA, e la disputa era essenzialmente tra Giannis Antetokounmpo e Kevin Durant, ma c’è chi, come il giornalista Nick Wright, sostiene che King James sia ancora il più forte di tutti.
Wright, nel corso della trasmissione First Things First, ha spiegato i motivi per cui ritiene che LeBron sia ancora il migliore:
Questo è un promemoria, un promemoria di questo. All’inizio dell’anno, quando LeBron si è infortunato, e io pensavo di dover riconsiderare la piramide dei migliori. Dove Giannis era primo e poi LeBron e KD appena sotto di lui. Ma LeBron merita di scendere? La risposta è no.
É un promemoria del fatto che se devi scegliere un giocatore della lega per una serie [playoff] o una partita, la scelta è ancora LeBron.
Nick Wright, co-conduttore di First Things First
Wright, da sempre grande sostenitore di James, ha poi sottolineato la incredibile longevità del numero #23 dei Lakers:
É un promemoria, Wildes, che nel diciannovesimo anno, quando il maggior numero di punti di media nel diciannovesimo anno erano i 14 di Kareem, LeBron è al momento secondo nella lega per punti a partita, a quasi 29 di media, il Re in qualche modo resta il Re.
Nick Wright
James sta sicuramente compiendo qualcosa di straordinario a mantenere un livello di gioco così elevato alla sua età, ma i Lakers devono stare attenti a non fargli giocare troppi minuti: potrebbe poi essere a corto di energie nel momento cruciale della stagione, ai playoff.