James Harden, 76ers indagati per tampering
La NBA sta cercando di capire se dietro il rinnovo di James Harden ci siano degli accordi illeciti
La NBA è sempre più rigida nel contrastare i tentativi di tampering da parte delle squadre. Ricordiamo che con “tampering” si intende generalmente il corteggiamento, diretto o indiretto, di un giocatore che è ancora sotto contratto con un’altra squadra.
L’unico modo lecito per cercare di ingaggiare un giocatore impegnato contrattualmente è quello di parlare con la franchigia che ne detiene i diritti. Tutto il resto, al momento, è considerato illecito e prevede pesanti sanzioni.
Se la NBA dovesse scoprire che dietro la decisione di James Harden esiste un accordo che va oltre a quello che il giocatore ha già preso con la squadra, potrebbe costare caro ai 76ers. E la lega sta indagando anche sulle firme di PJ Tucker e Danuel House, che sono stati compagni di Harden ai Rockets
Tim Bontemps
Il caso di James Harden è però diverso. Il Barba ha dichiarato apertamente di aver rifiutato la Player Option da 47 milioni di dollari prevista per la prossima stagione, per firmare invece un contratto biennale da 68 milioni e lasciare così maggiore spazio salariale ai Sixers.
Fin qui nessun problema, ma nei giorni successivi all’accordo sono trapelati dei rumors secondo cui Phila avesse già promesso al giocatore un rinnovo al massimo salariale una volta scaduto il contratto in essere, e questo è contro le regole del contratto collettivo NBA.