Beverley: “Le ca**ate su Durant hanno bloccato il mercato”

Patrick Beverley non le manda a dire: secondo l’ex-T’Wolves, il caos mediatico creato da Kevin Durant con la sua richiesta di trade, poi ritirata dopo l’accordo con i Brooklyn Nets di ieri, avrebbe costretto le altre franchigie ad operare nell’ottica di puntare a lui sul mercato.

Nello specifico, Beverley fa riferimento ai tanti role players tagliati o a cui non sono stati offerti contratti dalle franchigie per liberare spazio salariale al fine di firmare KD:

Potrete pure far finta di nulla, ma quello che è successo non è giusto. Ci sono ragazzi con le loro famiglie che non hanno ottenuto un contratto a causa delle ca**ate di KD.

Patrick Beverley

Le reazioni a questo tweet sono state fondamentalmente due: c’è chi sostiene che per i role players di talento questa situazione non abbia avuto alcun impatto (ed effettivamente i vari Otto Porter e Gary Payton II, per citarne un paio, ci hanno messo pochissimo a trovare una sistemazione) e chi invece sposa la linea di Patrick Beverley sostenendo che le dirigenze abbiano trascurato free agents validissimi (come Collin Sexton, per dirne uno, che stranamente non ha ancora trovato una squadra) per concentrarsi sul 7 dei Nets.

E poi c’è Kevin Durant, che, come suo solito, risponde a queste polemiche sul suo profilo Twitter con relativo interesse: in questo caso si è limitato a pubblicare l’hashtag #BLAMEKD, ad indicare il fatto che si cerchi sempre di colpevolizzarlo per qualsiasi cosa succeda intorno all’NBA.

Ma quindi, è veramente colpa di KD se alcuni free agents non riescono a ottenere un contratto, o magari a volte capita che questo giocatore sia “vittima” della pessima reputazione che si è creato da diversi anni a questa parte?

Chi ha detto che io stessi parlando di te. Mi riferisco a come è stato fatto il tutto. Entrambe le parti avrebbero dovuto gestire privatamente la vicenda

Patrick Beverley

Nel botta e risposta, per ora ad avere l’ultima parola è Patrick Beverley che dopo il retweet di KD ha precisato come il suo commento iniziale non fosse direttamente rivolto all’ex Warriors, ma a come la vicenda è stata gestita pubblicamente, coi media.