Warriors, iniziano le valutazioni sul futuro

La dirigenza sta iniziando a pianificare i prossimi anni, partendo dalle spinose questioni contrattuali di Green, Poole e Wiggins

Golden State Warriors campioni NBA

Dopo l’ennesimo titolo di questi ultimi anni, in casa Warriors si stanno creando delle difficili situazioni a livello contrattuale che sicuramente saranno determinanti per gli anni a venire.

Alcune valutazioni sono già state fatte, come la scelta di rinnovare Kevon Looney, anche a costo di rinunciare a due pezzi pregiati della panchina come Otto Porter e Gary Payton II, ma le più complicate arriveranno nell’estate 2023.

Infatti tra i giocatori in scadenza ci sono Jordan Poole, Andrew Wiggins e soprattutto Draymond Green, che rappresentano fondamentalmente la stella del futuro, un All-Star in netta crescita e un Hall of Famer per intenderci.

Che il pagamento della più cospicua Luxury Tax della lega non sia un grosso problema per il proprietario Bob Myers sembra abbastanza chiaro, ma è altrettanto evidente come non sia fisicamente possibile evitare qualche sacrificio per il futuro: su Jordan Poole i dubbi sono pochi dato che, nonostante le alte richieste economiche, il suo potenziale sembra troppo grande per lasciarselo scappare, mentre il ballottaggio più importante riguarda gli altri due ‘irrinunciabili’: Draymond Green e Andrew Wiggins.

Se già ora prendono entrambi grosse cifre (25,8 milioni per Green e 33,6 per Wiggins), in futuro servirà ancora di più per trattenerli: l’orso ballerino è stato chiaro, vuole il supermax, sulla scia degli Splash Brothers, a certificarne l’importanza in questo roster, ma la dirigenza non sembra disposta ad accontentarlo per il momento.

Per Andrew Wiggins invece, trattandosi di un All-Star, c’è un minimo salariale garantito, oltre a una lunga serie di clausole che ne aumentano le dimensioni a seconda dei risultati personali e di squadra.

Di primo impatto, l’esito della decisione può sembrare abbastanza scontato, ovvero decidere di dare a Draymond Green l’ultimo grande contratto della sua carriera per concludere il ciclo degli Warriors insieme agli amatissimi Splash Brothers e magari togliersi ancora qualche sfizio, sacrificando così Wiggins.

L’ex-T’Wolves però, ha dalla sua diversi altri fattori, come l’età (27 anni, 5 in meno di Green) e un potenziale che sta sbocciando solo ora, oltre al rendimento nell’ultima post season, probabilmente addirittura il migliore della squadra dopo l’inarrivabile Steph Curry.

Esisterebbe anche una terza via, per certi versi la più ‘logica’, ma anche la più difficile per più ragioni: scambiare Klay Thompson.
I pro di questo tipo di operazione sarebbero la liberazione di una fetta importante di monte ingaggi e l’immediata sostituzione in quintetto, promuovendo semplicemente Poole a titolare, senza perdere troppo in termini di rendimento.

I principali ostacoli di un’eventuale trade di Klay riguardano più che altro fattori extra-campo: la difficoltà di scambiare il pesantissimo contratto a quell’età, il danno d’immagine dato dallo “star power” che il giocatore ha ancora e la volontà, sicuramente determinante, dei tifosi e soprattutto di Curry, che difficilmente vorrà privarsi dell’amico.

Qualunque sarà la decisione finale della dirigenza, quest’anno sarà quasi certamente l’ultimo nella Baia per qualche pezzo grosso, ma nel frattempo, considerando anche il ritorno del ritrovato James Wiseman, la corazzata Warriors ripartirà ancora, come sempre, con i gradi della favorita.

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