I Warriors non hanno alternative: serve l’all-in su Antetokounmpo
La finestra da Titolo dei Warriors si sta chiudendo sempre di più: Giannis Antetokounmpo è l’ultima scommessa da fare per vincere di nuovo
La serie contro Minnesota doveva servire da cartina di tornasole per capire quanto manca a Golden State per tornare davvero a essere una contender. La risposta è chiara: ancora molto.
Butler può reggere senza Curry? Il supporting cast è davvero all’altezza di Steph e Jimmy? E quei 25 punti di media di Kuminga: sono un motivo valido per rinnovarlo o lo rendono piuttosto una pedina utile in una futura trade?
Negli ultimi cinque anni, GSW ha sempre operato con l’idea di trovare una versione light di Antetokounmpo, investendo scelte alte su profili come Kuminga e Wiseman, nella speranza di alleggerire il carico offensivo su Curry.
Ma la verità è una sola: nessuna di queste scommesse ha funzionato. E ora è il momento ideale per provare a portare Giannis nella Baia. Il rapporto con i Bucks è ai minimi storici e l’intesa con Curry – come dicono negli States – “it’s just meant to be”.
Il Front Office dei Warriors non ha le stesse risorse delle pretendenti più accreditate: Thunder, Rockets, Nets o Spurs. Ma se la NBA degli ultimi anni ci ha insegnato qualcosa, è che le preferenze dei giocatori possono contare più delle offerte.
Il poco margine salariale e lo stipendio pesantissimo di Giannis (52 milioni nel 2026, che saliranno fino a 62 nel 2028) rappresentano un ostacolo enorme, ma non necessariamente invalicabile.
In un’eventuale trade, il modello potrebbe essere quello usato dai Bucks per arrivare a Lillard: cedere tutto il cedibile, compreso un veterano (Butler? Green?) da inserire in uno scambio a più squadre – proprio come Jrue Holiday, passato dai Blazers ai Celtics nel 2023.
La verità è che i Warriors devono tornare a rischiare. Serve un’altra mossa “alla Butler”: puntare tutto su una superstar, piuttosto che continuare a ritoccare una squadra che, così com’è, ha già mostrato i suoi limiti.