La “folle” strategia dei Nets al Draft NBA

I Nets puntano tutto sui cinque rookie scelti al Draft al primo giro: con questo capitale avrebbero potuto mettere nel mirino una superstar sul mercato

Sean Marks e Jordi Fernandez, General Manager e Had Coach dei Brooklyn Nets

I Brooklyn Nets hanno scritto una pagina di storia NBA mercoledì sera, diventando la prima franchigia a usare ben cinque scelte al primo giro in un solo Draft. Un record sulla carta ambizioso, ma che dietro le quinte sta suscitando più critiche che applausi.

Durante la diretta alternativa del Draft su ESPN, il giornalista Brian Windhorst ha raccontato come agenti e dirigenti di altre squadre gli abbiano inviato messaggi ironici, prendendo in giro la strategia adottata dai Nets.

Mi sono arrivati messaggi su Brooklyn, gente che si sta prendendo gioco di chi ha fatto queste scelte

Brian Windhorst

Il nodo della questione è che i Nets non hanno fatto neanche uno scambio. Con cinque pick, di cui tre posizionati nella ventina, ci si aspettava una mossa per consolidare, salire di qualche posizione o almeno scambiare uno o due talenti per un giocatore già affermato.

Invece, il general manager Sean Marks ha deciso di puntare tutto su cinque rookie in un Draft ritenuto poco profondo dopo le prime 5-7 scelte.

Dal punto di vista dello sviluppo del roster, la scelta apre molti interrogativi. Integrare contemporaneamente cinque giovani esordienti in un sistema NBA, soprattutto in una squadra che non è in piena ricostruzione, rappresenta una sfida enorme.

Le critiche si concentrano proprio su questo: con così tanto capitale di Draft a disposizione, i Nets avrebbero potuto puntare a una mossa da franchigia, magari provando a scambiare le scelte per una stella consolidata come Jaylen Brown, la cui permanenza a Boston è messa in dubbio dalle difficoltà economiche e dai fallimenti ai playoff dei Celtics.

Brooklyn era tra le poche squadre con le risorse per tentare un’offerta concreta in caso di ristrutturazione dei Celtics.

In alternativa, si sarebbe potuto sondare il terreno per grandi nomi come Giannis Antetokounmpo, qualora la situazione a Milwaukee si fosse aggravata, o giocatori di alto profilo come Karl-Anthony Towns o Donovan Mitchell.

Ma invece i Nets hanno scelto di selezionare tre playmaker consecutivi, tutti con dubbi sul tiro e sull’adattamento al sistema di squadra.

Un piano che al momento appare più un azzardo rischioso che una strategia lungimirante, e che lascia molti addetti ai lavori perplessi sulle reali ambizioni della franchigia.

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