Michael Porter Jr ai Nets e Johnson ai Nuggets: “Sono entusiasta”

Denver rinuncia a un pezzo dello storico titolo NBA del 2023, ma guadagna flessibilità e un fit perfetto per Nikola Jokic

Michael Porter Jr post partita

Un altro scossone dell’estate NBA (segui live la Free Agency) arriva da Denver, dove i Nuggets hanno ufficializzato una mossa destinata a cambiare profondamente il loro assetto: Michael Porter Jr. è stato ceduto ai Brooklyn Nets insieme a una prima scelta non protetta del Draft 2032, in cambio di Cameron Johnson.

Una decisione forte da parte della nuova coppia dirigenziale Ben Tenzer–Jon Wallace, che segna così l’inizio di un nuovo ciclo attorno a Nikola Jokic e Jamal Murray.

Il cuore della trade, oltre all’aspetto tecnico, è quello salariale. Porter Jr. avrebbe pesato per oltre 79 milioni di dollari nei prossimi due anni. Johnson, invece, costerà poco più della metà nel medesimo arco di tempo. La differenza apre a Denver le porte della mid-level exception da 14.1 milioni, oltre a far uscire la franchigia dalla luxury tax.

Il messaggio è chiaro: costruire una squadra competitiva, ma con più margine di manovra. Cameron Johnson arriva da una stagione da 18.8 punti e 4.3 rimbalzi di media con Brooklyn, tirando con il 39% da tre.

Ala versatile, capace di difendere e aprire il campo, ha mostrato anche una crescente abilità nel creare dal palleggio, qualità che lo rende un potenziale complemento ideale per il gioco di Nikola Jokic. Resta da valutare la sua tenuta fisica: Johnson non ha mai superato le 60 partite stagionali nelle ultime tre annate.

Sono entusiasta! Ho l’opportunità di competere con alcuni dei migliori della lega. Cosa potrei volere di più?

Cameron Johnson

Porter Jr. lascia Denver dopo sei stagioni e 843 triple segnate, secondo solo a Jamal Murray nella storia della franchigia. Determinante nella corsa al titolo NBA 2023, MPJ rappresenta ora una nuova speranza per i Nets, che si assicurano un tiratore dal 40% in carriera da oltre l’arco e un potenziale All-Star.

La sensazione è che Denver non stia smantellando, ma ricostruendo in maniera intelligente, cercando giocatori più funzionali e lasciandosi alle spalle ingaggi ingombranti. La missione: restare competitivi nell’era Jokic, senza rimanere prigionieri del passato.

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