Lo SlamBall sta per tornare davvero

Il 21 luglio, una nuova stagione di SlamBall partirà su ESPN, undici anni dopo l’ultima volta: l’Italia non l’ha dimenticato, qualcuno ci punterà?

SlamBall

Sport del futuro, fenomeno cult, idea geniale, pazzo esperimento figlio degli anni 2000. Lo SlamBall è stato questo, e tanto altro.

Nato dalla mente di Mason Gordon, ex cestista collegiale diventato produttore televisivo, lo SlamBall voleva unire abilmente elementi del basket, con il football americano, il wrestling e l’acrobazia aerea, dando vita a una disciplina unica nel suo genere.

Sparito negli anni, ma rimasto nei cuori di coloro che hanno visto almeno una partita. Lo Slamball è pronto a tornare.

La creazione dello Slamball

Mason Gordon, verso la fine degli anni ’90, lavorava come sceneggiatore TV a Los Angeles. Aveva prodotto episodi televisivi per programmi come Keenan and Kel e Cousin Skeeter. Continuava a pensare a questa idea che non smetteva mai di fluttuare nella sua testa: una partita di basket con trampolini.

In un periodo in cui la WWE, American Gladiators e persino l’originale XFL stavano avendo successo, dare vita a qualcosa di simile aveva senso. Ma ciò che per qualcun altro sarebbe stato solo un pensiero folle, per uno sceneggiatore televisivo era semplicemente oro. Tormentato dalla sua stessa idea, un giorno, Mason prende un tovagliolo durante la pausa pranzo e inizia a disegnare.

Lo schizzo era una combinazione di diversi sport: un canestro e una palla da basket, trampolini dalla ginnastica, colpi dal football e una presentazione over-the-top tratta dal pro-wrestling. Era più di oro, era un diamante che poteva essere il futuro del cosiddetto genere dello “sports-entertainment”.

La fantasia diventa realtà

Nel 2001, Gordon fondò la Multinational Slamball Athletic Association e iniziò a organizzare camp e prove interne in una warehouse di Los Angeles, grazie anche all’aiuto del capo, Mike Tollin, futuro produttore di The Last Dance.

Vennero reclutati diversi giocatori, tra cui: LaMonica Garret, Dion Mays, James Willis, Michael Goldman, Jason Sheridan. A questi, si aggiunse lo stesso Mason Gordon. Gli allenamenti, intesnsi, durarono un anno. Fino a quando, la lega firmò un contratto con TNN, futura Spike TV, già conosciuta per scommettere su prodotti estremi e unici nel panorama sportivo e dello spettacolo.

Le partite di Slamball si svolgevano su un campo rettangolare con trampolini posti attorno ai canestri. Ogni squadra era composta da otto giocatori, di cui quattro in campo alla volta. I punti, assegnati in modo classico per tiri da tre e da due, erano tre in caso di schiacciata.

I contatti fisici consentiti, come nell’hockey e nel football, aggiungevano un tocco di brutalità a uno sport altrimenti solo acrobatico.

Le posizioni si dividevano in tre: Gunner, Handler, Stopper, con formazioni liberamente scelte dalle squadre. Al posto dei liberi, il face off: ispirato dal penalty shootout dell’hockey, un faccia a faccia diretto con in difesa il colpevole del fallo, in attacco colui che l’aveva subito. Tra di loro, un trampolino e un canestro.

L’ascesa e il successo (anche in Italia)

Sin dal suo debutto in USA su TNN, lo Slamball catturò gli occhi di una miriade di persone. Diventò presto parte di una cultura unica e irripetibile dei primi anni duemila, insieme al Wrestling, alle Serie TV del tempo, alle battaglie di robot e a quello stile cyber anni 2000 riconoscibile a distanza di anni.

Nel 2007, in Italia, arriva sulle reti Mediaset, dopo la cancellazione della WWE dal palinsesto di Italia 1: immediatamente si rivela un successo, riscuotendo incredibili risultati di pubblico e di condivisione. Al commento, un tradizionalista Dan Peterson, poco convinto ma comunque incuriosito da questa assurda derivante del basket, e Giacomo Valenti, lì perché aveva commentato il Wrestling, ma evidentemente non adatto al commento della pallacanestro e di sport reali quale era lo Slamball.

Nonostante ciò, la nuova disciplina spopola in Italia, anche se in pochi nel belpaese sapevano che questo sport-spettacolo, aveva ormai già cessato di esistere con costanza, da ben quattro anni.

Una brusca e inaspettata fine

Dopo le due originali stagioni, mandate in onda in America nel 2002 e nel 2003, la lega dello Slamball viene soppressa. Il motivo era da imputare al fatto che Mason Gordon credeva nella reale competizione tra le squadre, mentre l’azienda TV desiderava orientare il prodotto verso il Wrestling, creando quindi uno spettacolo basato sullo sport, ma con azioni predeterminate.

Un insulto per Gordon, il quale, giustamente irato, preferisce chiudere anziché snaturare la sua creazione.

Nel 2007 e nel 2008 lo Slamball tornò per due ultime stagioni TV sul network CBS, per poi organizzare eventi in Cina, senza copertura mediatica.

“Non siamo morti, stiamo solo cercando la nostra via”, dichiarò Gordon a VICE qualche tempo dopo. E nonostante anni di buio, questa frase si rivelò profetica.

L’inaspettato ritorno dello SlamBall

Dopo anni di assenza mediatica, lo Slamball era dato per morto. Ma non era stato dimenticato.

Non dai fan del tempo, non dai giocatori, e nemmeno dal suo creatore.

Per anni Mason Gordon ha tentato di rimettere insieme la lega, credendo nel suo progetto, che nel 2022 ha trovato fondi e investitori per essere lanciato definitivamente e renderlo un reale movimento sportivo per il futuro.

Nel 2022, l’annuncio del ritorno: gli scettici non ci credevano. Più volte il ritorno era stato comunicato, ma per piccoli eventi o tornei in Cina. Ma nel 2023, sono arrivate le notizie più insperate: gli investitori, tra gli altri Blake Griffin, Michael Rubin, Gary Vee, David Adelman, la costruzione di un campo di nuova generazione a Las Vegas, e infine, l’accordo televisivo.

Niente canali sperimentali, niente episodi predeterminati. Lo Slamball tornerà su ESPN, in USA, il 21 luglio di quest’anno.

Rivedremo lo Slamball in Italia?

In Italia, al momento della pubblicazione di questo articolo, nessuno ha parlato dell’annuncio dell’accordo televisivo tra Slamball ed ESPN per la partenza della nuova stagione in partenza il 21 luglio, nonostante qualche giorno sia passato. Ed è un piacere averne parlato in modo approfondito, con Dunkest, per la prima volta in questo paese.

Se c’è qualcuno che ha letto questo articolo, e magari ha la possibilità di siglare un accordo di trasmissione, questo è il momento. Il successo del passato, il fattore nostalgia e la potenzialità spettacolare del prodotto può attirare una vastissima quantità di pubblico.

Sempre ricordando il credo di Mason Gordon, il creatore: uno sport spettacolare, ma uno sport a tutti gli effetti, non una baracconata. Sport che dev’essere trattato come tale, come farà ESPN, non venendo affidato a chi ha poca conoscenza o che tratta argomenti totalmente scollegati.

Non si sa se qualcuno ha idea di puntare sullo Slamball in Italia, ma ciò che può far partire la scintilla, è un pubblico dormiente, fatto di coloro che conoscono lo sport e vogliono vedere una copertura italiana, perché credono nel progetto. Se c’è qualcuno di voi che non vedrebbe l’ora di rivedere schiacciate mozzafiato, azioni adrenaliniche mescolate a quella tipica ambientazione a cui siamo stati esposti anni fa, deve farsi sentire.

Dal 21 luglio capiremo se lo Slamball rischia davvero di diventare uno degli sport del domani.

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