NBA Draft Preview, 9° posto: AJ Griffin

Gli infortuni lo hanno un po’ limitato, ma quanto a talento può giocarsela con i primi tre della classe Draft 2022

AJ Griffin in maglia Duke

Solo un problema alla caviglia nel suo ultimo anno al liceo ha fatto scendere le quotazioni di Adrian Darnell Griffin Jr., considerato da molti osservatori uno dei migliori prospetti della classe Draft 2022. Il suo anno da freshman a Duke è stato sicuramente positivo e con i 19 anni ancora da compiere, il suo nome è destinato a salire nelle gerarchie.

Destinazione: San Antonio Spurs

In Texas hanno sperato di poter pescare nelle prime tre posizioni, magari assicurandosi il nuovo Tim Duncan, ma anche alla numero 9 possono puntare su una nuova stella del firmamento. Il classe 2003 andrebbe a riempire lo spot di ala piccola regalando alla franchigia talento e una soluzione offensiva alternativa (se non primaria) al fianco del duo Murray-Johnson.

Popovich si ritroverebbe l’ennesimo teenager da trasformare in oro puro. Un roster la cui età media sta scendendo vertiginosamente dando però l’impressione di ritrovarci di fronte all’ennesimo capolavoro del coach neroargento; Griffin dal canto suo ha i numeri per puntare a diventare un’istituzione in quel di San Antonio.

Punti forti

La combinazione di altezza (198 cm), peso (101 kg) e apertura alare (213 cm) sono un punto di forza che permettono al nativo di Dallas di assorbire contatti contro ogni sorta di avversario. Nel suo bagaglio tecnico ha una vasta gamma di soluzioni offensive che vanno dalla tripla dai 9 metri alle conclusioni di finezza in prossimità del canestro.

Il suo QI cestistico è notevole: oltre ad essere un abile ball handler e dunque in grado di poter orchestrare un’azione da portatore di palla principale, Griffin sa svolgere alla perfezione anche il ruolo di tagliante agevolando il compito del compagno che riesce a trovarlo libero per due punti facili.

Può giocare una small-ball defense da 4 e fermare il diretto marcatore in post grazie al sapiente uso del suo baricentro basso. La sua visione a tutto tondo del campo gli consente di spezzare le linee di passaggio e di rendersi un bloccante efficace contro gli esterni avversari; sebbene debba ancora crescere difensivamente, poterlo già utilizzare su entrambe le metà campo è notevole per un ragazzo ancora 18enne.

Punti deboli

Quello che salta subito all’occhio è la mancanza di rapidità ed esplosività del classe 2003 sia in difesa sia in attacco. Ad un livello più alto del college non essere in grado di mantenere un ritmo di gioco elevato può escluderti anzitempo dalla partita. Inoltre ha alcuni blackout difensivi ed offensivi che in NBA non passano certo inosservati.

La sua ridotta velocità di gioco apre una discussione sulla capacità di sapersi prendere conclusioni in tempi relativamente brevi. Non decisioni affrettate, quanto la prontezza di pensiero di arrivare sulla sfera e avere già in mente come concludere viste le sue doti nel catch and shoot. Inoltre servirà capire la sua utilità off the ball una volta entrato nel sistema di una squadra NBA.

In difesa non sfrutta a pieno le sue potenzialità: a volte tende troppo ad orientarsi sull’avversario e altre volte più sul pallone; la sua foga nel fermare l’attaccante può trasformarsi in un problema di falli o in una scelta di tempo errata per il close-out. Deve migliorare nella lotta a rimbalzo utilizzando al meglio le sue doti fisiche o il rischio sarà quello di venire surclassato dagli altri pari ruolo.

Conclusione

In Texas, un trio con Murray e Johnson aprirebbe decisamente le porte ad una nuova era di puro godimento. Con il potenziale che possiede, AJ Griffin può solo migliorare sotto le istruzioni di Gregg Popovich; tuttavia dovrà rimanere saldo mentalmente sulla questione infortuni e limare fin da subito le sue lacune.

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