NBA Draft Preview, 4° posto: Jaden Ivey

Eccitazione allo stato puro per il prodotto di Purdue, una guardia che si ispira al più noto Ja Morant

Jaden Ivey in maglia Purdue

Vederlo volare riporta alla mente atleti straordinari come Russell Westbrook, Derrick Rose e Ja Morant, ma il nativo di South Bend deve dimostrare di poter stare al fianco di questi grandi nomi. Dopo due anni notevoli con i Boilermakers, il suo passaggio in NBA era scontato e ora potrà elettrizzare gli spettatori con i suoi voli al ferro.

Destinazione: Sacramento Kings

Sperando che le voci di una trade in cui i Kings danno via la loro scelta numero 4 siano false, un backcourt composto da Fox, Mitchell e Ivey potrebbe dare alla luce un qualcosa di potenzialmente rischioso eppure estremamente efficace. Il suo approdo nella capitale della California appare suggestivo e sotto coach Mike Brown potrebbe avere tutto il senso del mondo.

Probabilmente la questione ‘win-now farà parecchio discutere il front office sull’eventuale selezione al Draft e per Ivey una destinazione differente non sarebbe male, ma rimaniamo su questi binari e proviamo ad immaginare i Sacramento Kings in versione fast-break e il classe 2002 come eroe in grado di riportarli ai play-off.

Punti forti

Esplosivo, letale in contropiede, Jaden Ivey è un vero e proprio human highlight. La sua capacità di cambiare velocità e di fulminare gli avversari con il suo primo passo non hanno eguali in questa classe Draft; è in grado di mettere pressione all’intera difesa schierata quando decide di puntare il ferro, oltre ad aver predisposizione per assorbire i contatti.

La sua velocità laterale e la sua rapidità nei movimenti – aggiunti ad una buona apertura alare – gli permettono di rendersi minaccioso anche in fase difensiva quando è pienamente concentrato sull’obiettivo. In fase offensiva la sua pallacanestro non si limita alle penetrazioni: infatti è affidabile anche nel tiro da tre punti, dove ha registrato un 36% nell’anno da sophomore.

Ha le potenzialità per diventare un two-way player d’élite se plasmato fin da subito verso la giusta direzione. Oltre alla difesa on the ball e all’attacco impetuoso in contropiede, Ivey è un ottimo agonista a rimbalzo e ha mostrato un discreto feeling con gli assist. Infine il suo carattere positivo in campo è contagioso, ciò porta i suoi compagni a migliorarsi e a giocare sempre ben focalizzati.

Punti deboli

La sua attenzione nella metà campo difensiva è oggetto di studio per gli osservatori: nonostante il suo agonismo a rimbalzo e la difesa sul pallone, Ivey ha dei blackout totali quando si tratta di difendere off the ball. Spesso si ritrova ad inseguire l’avversario o a perderlo totalmente lasciando scoperti spazi da penetrare e angoli da cui concludere.

La shot selection e la qualità delle sue scelte offensive talvolta appaiono forzate o peggio fanno pensare a momenti di puro hero ball. Tende a voler dimostrare fin troppo di essere la stella della sua squadra finendo però per esserne l’uomo di troppo. Debole quando si sposta sulla sinistra, fatica quando si oppone a difensori attenti risultando quasi prevedibile nelle scelte.

Ha migliorato le sue doti di passatore, ma non viaggia ancora sui binari giusti: il suo rapporto AST/TO (3.1 / 2.6) può peggiorare con l’approdo nella NBA risultando un problema se sfruttato come creator. Deve controllare la sua foga, poiché una parte delle sue palle perse sono dovute al poco controllo della sfera quando viaggia in transizione seguito da un avversario.

Conclusione

Se lima i suoi difetti e migliora dove già è superlativo, la NBA sta per accogliere un giocatore completo con lampi di onnipotenza al ferro; d’altra parte l’eventuale arrivo in quel di Sacramento – un contesto non di certo vincente – può rendere Ivey un bust con una chiamata così alta. Il prodotto di Purdue diventerà una star solo grazie al duro lavoro e alla fiducia in se stesso.

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