NBA Draft Preview, 17° posto: Saddiq Bey

Il “Julius Erving Award” lo ha convinto a rendersi eleggibile, così il prodotto di Villanova è pronto per la NBA e si fa strada in questo Mock Draft

Saddiq Bey

Villanova come ateneo per i suoi due anni al college, il premio di miglior ala piccola della NCAA e la faccia tosta per dimostrare che non serve essere mediatici per sfondare in NBA.

Destinazione: Minnesota Timberwolves

Come per Nesmith, anche Bey è del 1999 e quell’anno in più all’università sembra essergli servito per maturare come persone e come giocatore. Ala piccola interessante, 2.03 metri x 98 kg, dagli scout è considerato già pronto per la Lega e per molti altri un perfetto 3&D (tiro da 3 punti e difesa) che farebbe comodo già a tante franchigie.

La partenza con destinazione Minneapolis potrebbe non essere di buon auspicio, viste le tendenze “suicide” dei Timberwolves e le trade che hanno in programma per la nuova stagione. In ogni caso Saddiq farà le fortune del team per cui vestirà i colori: a Minnesota sarebbe utile in aiuto al duo Russell-Towns sia in difesa (dove loro sono carenti) sia come terza bocca di fuoco dall’arco.

Punti di forza

L’intelligenza e il carattere, oltre che le straordinarie doti di tiratore. Un ragazzo che è migliorato non solo nella pallacanestro, ma anche nei voti a scuola, rimane fisso e concentrato sull’obiettivo, aiuta i compagni nei momenti di difficoltà e sa essere un leader silenzioso, trascinando tutti sul suo “carro”. Facile da gestire dentro e fuori dal campo, pronto ad ascoltare i consigli del coach e poco propenso alle distrazioni.

Le sue doti di tiratore sono già sui taccuini degli scout. Nell’ultima stagione ha chiuso con il 45% da tre punti su una media di 5.6 tentativi a partita. Sa dove farsi trovare quando il play è alla ricerca di uomini da oltre l’arco. La sua stagione da sophomore dice 16.1 punti, 4.7 rimbalzi e 2.4 assist ad allacciata di scarpe.

In difesa sa difendere su tutti i ruoli, è un ottimo rimbalzista offensivo e ama la competizione. La sua voglia di vincere è davvero alta e quindi è sempre l’ultimo ad arrendersi. Ha le possibilità di diventare un ottimo role player per una contender così come una stella o uno starter per una meno quotata.

Punti deboli

Il gioco fisico non è il suo forte e non sfruttare la propria massa corporea quando si gioca contro talenti che la Lega la calcano da diversi anni, può essere un problema. Ha difficoltà nelle penetrazioni a canestro, non sfrutta a pieno il suo atletismo e se vengono lette le sue scelte al tiro da fuori, rischia di essere inutile per i compagni in attacco.

Un difensore con alcuni limiti non trascurabili. Se la difesa perimetrale e l’uno contro uno sono il suo pane, non si può dire lo stesso delle sue letture tra le linee di gioco. Poca propensione alla stoppata e al recupero dei palloni. Deve imparare a sfruttare il fisico e le lunghe braccia o rischia di non distinguersi tra i pari ruolo e i 3&D presenti nella NBA.

Infine le sue percentuali dentro l’area e al tiro libero. Certo non gli si potrebbe chiedere niente di più che tirare e difendere, ma non basta, il suo 73% ai liberi potrebbe ridursi drasticamente con l’entrata tra i professionisti; il suo jumper dal mid-range non sempre è affidabile e va rapportato alla pressione sulla palla e alla situazione di gioco.

Conclusione

Una scelta che al Draft tornerebbe utile sia in vista scambi sia per gettarlo nella mischia, ma l’ambiente poco disteso di Minnesota può essere un problema per chi ha bisogno di migliorare. Saddiq Bey è bravo in tutto, ma non eccelle in nulla, ciò può pesare sulla sua valutazione. Intanto alla numero 17 è una presa con rischi ancora bassi e da lì a diventare una “steal of the draft” non passa molto.


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