NBA Draft Preview, 11° posto: Tyrese Haliburton

Soprannominato “Skinny Little”, la nostra undicesima scelta del Mock Draft vuole essere qualcosa di più di un super role player

Tyrese Haliburton

Tanti soprannomi per il talentino di Iowa State, da Skinny Little a Super Role Player, un peso leggero con la voglia di colpire di un peso massimo. Noi lo teniamo un gradino sotto la decima scelta a causa del suo fisico mingherlino e dell’infortunio al polso, ma il suo talento è sconfinato.

Destinazione: San Antonio Spurs

Classificato come talento 3 stelle dai recuiter dei college, Tyrese non era nemmeno tra i migliori 150 giocatori proveniente dal liceo, però si è fatto comunque strada nel mondo della pallacanestro. La sua timidezza lo precede, così come la paura dell’acqua e di nuotare. Due anni in quel di Ames (Iowa), punti medi a partita migliorati sensibilmente di stagione in stagione (da 6.8 ppg a 15.2 ppg) e maturazione completata.

Chi meglio degli Spurs e di coach Pop per far esplodere il classico giocatore che passa inosservato? Gregg non ama molto le star e Tyrese sembra fare al caso suo; sarà la prima scelta di San Antonio all’interno della lottery dopo Tim Duncan nel 1997.

Punti di forza

Un giocatore capace di essere utile ovunque e riempire tutte le statistiche, ma guai a definirlo uno stat-padder, perché Haliburton è ciò che ogni coach vorrebbe in squadra. In attacco produce punti dal palleggio, in penetrazione, dalla media e da oltre l’arco, dove tira quasi col 42%; in difesa è una presenza costante e asfissiante per gli avversari, grazie anche ai tanti palloni recuperati. Regista eccellente e considerato il super role player della Division I.

Migliora i compagni, anche in un contesto poco esaltante come Iowa State. Il numero di assist prodotti nei suoi anni al college sono incredibili se rapportati alla qualità di chi gli sta intorno, evidentemente per lui non è un problema. Serve in contropiede, giocando il pick and roll e in qualsiasi altra azione offensiva. Steve Prohm, il suo coach, lo ha definito il numero 1 in qualsiasi cosa faccia.

Dedizione al lavoro impeccabile, che per un signore vecchia scuola come Gregg Popovich è fondamentale. A questo va aggiunto un floater letale (molto in stile Tony Parker, giusto per rimanere in tema) le buonissime percentuali dalla media, da 3 e ai liberi, oltre ad un QI cestistico fuori dal normale, il migliore della classe Draft.

Punti deboli

Il peso, in rapporto all’altezza e all’apertura alare, è tutto da costruire. Nemmeno 80 chili distribuiti sui 195 centimetri, non avendo dalla sua nemmeno l’esplosività nelle gambe, il pericolo è di vederlo “mangiato” anche dai pari ruolo più bassi, oltre che facile preda per i lunghi avversari durante le sue scorribande in area.

Avevamo parlato di percentuali sopra la media e di appoggi perfetti in entrata, ma la sua tecnica di tiro lascia non poco a desiderare. Vederlo tirare fa un certo effetto, perché la meccanica è simile a quella di un ragazzino che non riesce a dare forza alla palla. Rischia di diventare prevedibile e facilmente stoppabile, dovrà compensare con la velocità di esecuzione, che vagamente ricorda Steph Curry.

Deve acquisire personalità e costruire un “personaggio” intorno alla sua timidezza e al suo fisico gracile, proprio come il numero 30 di Golden State. Lo abbiamo visto eccellere in una squadra di basso livello, non è detto abbia lo stesso impatto in un team migliore. Ha bisogno di una “chioccia” che lo tenga sotto la sua ala, altrimenti rimane spaesato.

Conclusione

Un giocatore con ampi margini di miglioramento, ha le basi per essere uno dei più forti, manca il fisico e la meccanica di tiro, qui il salto in NBA potrebbe essergli di grande aiuto. San Antonio e l’ambiente capitanato da un padre ed un nonno come Duncan e Popovich sembrano perfetti per vedere l’ennesima scommessa vincente dei nero-argento.


Leggi anche: NBA Draft Preview, 12° posto: Patrick Williams

Leggi anche

Loading...