NBA Draft Preview, 4° posto: Obi Toppin

Dayton ha sfornato una potenziale prima scelta pur non essendo uno dei college più blasonati. Al Mock Draft lo posizioniamo appena dopo il trio più discusso

Obi Toppin

Un 2020 con i fiocchi, la pandemia gli ha evitato di portare Dayton ad una March Madness in cui avrebbe partecipato da protagonista. Il “Karl Malone Award” come miglior ala grande della NCAA e il National College Player of the Year sono il topping perfetto su una torta che ha il sapore di vittoria ancora prima del Draft NBA.

Destinazione: Chicago Bulls

Una forza della natura che ha guidato l’ateneo ad un record di 29-2 prima che la stagione si concludesse anzitempo. Al suo primo anno è stato eletto Rookie of the Year e inserito nell’Atlantic-10 First Team, l’ultimo giocatore a riuscirci al primo anno fu Lamar Odom nel 1999.

I nuovi Bulls di Billy Donovan sono alla ricerca del pezzo grosso che li faccia combattere per un posto ai play-off. Sono guidati da un affamato Zach Lavine, il resto è poca roba, c’è la gioventù, ma il talento sembra non emergere. Obi Toppin ha fisico, tenacia ed età (classe 1998, uno dei più “vecchi” della lottery) per far svoltare la franchigia dell’Illinois.

Punti di forza

Atleta eccezionale, fa dell’esplosività uno dei cardini del suo gioco. Ha una struttura fisica importante, perciò quando penetra per schiacciare, la maggior parte delle volte posterizza brutalmente gli avversari. Un treno in transizione, il più affidabile del Draft in questo aspetto del gioco e il migliore della NCAA. Un pericolo “volante” sui pick and roll e nel pitturato.

La sua versatilità lo rende una minaccia anche in fase offensiva. Giocatore verticale, che sa anche prendersi spazio dalla linea dei tre punti o finalizzare il gioco in post, sia da passante che da realizzatore. In grado di saltare l’uomo in virata o concludere in gancio con entrambe le braccia, questo gli permette di non subire eccessivamente i raddoppi e di assorbire i contatti con i difensori.

Pur non essendo un difensore stellare, gli anni passati a giocare da centro gli consentono un ottimo posizionamento nel pitturato e di leggere in anticipo le conclusioni, così come la sua verticalità lo aiuta a stoppare gli attaccanti in entrata. Fa sentire il suo corpo sulla difesa perimetrale, chiudendo le linee di passaggio.

Punti deboli

La difesa è un punto debole da non trascurare, visto che stiamo parlando di un’ala grande con propensione a giocare da 5. Fatica a tenere basso il baricentro e scivolare sui cambi quando si tratta di difendere sugli esterni più agili. In copertura sul post viene puntualmente battuto e manca di rapidità nella lettura dei pick and roll avversari.

Lento nelle conclusioni, per il tipo di ruolo che occupa non è un tiratore “educato” e nelle situazioni d’attacco rende meglio come centro. Il suo ball handling non è dei migliori, quindi fatica nella costruzione del gioco che non sia verticale.

Fatica nella lotta a rimbalzo, se l’area è affollata perde il controllo del suo corpo e se viene sbilanciato dall’avversario non è in grado di vincere lo scontro fisico. A 22 anni dovrebbe essere un giocatore solo da limare, ma le difficoltà che mostra in difesa possono essere un grave handicap una volta entrato in NBA.

Conclusione

Un prospetto incredibile, con l’alta probabilità di essere un candidato al titolo di matricola dell’anno. Il tempo scorre però e i difetti devono essere trasformati velocemente in pregi. Chicago lo aspetta a braccia aperte, ma anche nella città del vento l’orologio batte e la pazienza si sta esaurendo.


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