Eastern Conference NBA: Analisi di Metà Stagione

Analizziamo la situazione dell’attuale Eastern Conference arrivati alla pausa per l’All Star Weekend

Giannis Antetokounmpo Ejected Vs Pistons

Come già fatto per le squadre della Western Conference, andiamo ad analizzare l’Eastern Conference in base a ciò che la stagione ci ha dimostrato fino a questo punto.

Nella Eastern Conference, diverse squadre stanno emergendo come contendenti di spicco. I Philadelphia 76ers, i Milwaukee Bucks e i Boston Celtics rimangono tra le principali forze, mentre altre squadre come i New York Knicks e i Cleveland Cavaliers stanno sorprendendo.

Top Team

I Boston Celtics sono indubbiamente la squadra che sta dominando la Regular Season ad Est e con il miglior record della Lega sono stabilmente al primo posto da inizio sragione. Un rullino di marcia praticamente perfetto per una squadra sempre più consapevole della propria forza e pronta per fare il passo definitivo verso la conquista del titolo. Al solito duo composto da Jayson Tatum e Jaylen Brown si sono aggiunti in estate Jrue Holiday e Kristaps Porzingis, con il lituano che si è calato perfettamente negli schemi di coach Mazzulla, dimostrando attitudine difensiva e costanza che erano sempre mancate nel corso della sua carriera.

Una delle squadre più in forma del momento sono i Cleveland Cavaliers, capaci di vincere 18 delle 21 partite disputate da inizio Gennaio che gli hanno permesso di scalare diverse posizioni in classifica. La certezza in casa Cavs si chiama Donovan Mitchell che ha trascinato i suoi in questa risalita poderosa. La squadra dell’Ohio si augura di avere a disposizione con continuità due pedine fondamentali come Darius Garland ed Evan Mobley, entrambi rientrati da poche settimane dopo un lungo periodo di assenza dovuto ad infortuni, per poter contare sull’intero roster a disposizione e togliersi delle soddisfazioni anche ai Playoff.

Se ti chiami Milwaukee Bucks, e in estate affianchi a Giannis Antetokounmpo un altro top player del calibro di Damian Lillard, è normale avere delle aspettative altissime e la stagione sotto alcuni aspetti si sta dimostrando più complicata del previsto. Il record e il valore dei singoli non sono in discussione ma c’è qualcosa che a livello di collettivo è ancora da aggiustare. Giannis sta facendo la solita stagione in formato MVP ma Dame, seppur con ottime cifre, sembra ancor dover trovare gli ingranaggi giusti per entrare in piena sintonia con il greco.

La divisione dei possessi è un tema aperto, con le due superstar che a volte sembrano schiacciarsi un po’ troppo i piedi a vicenda e sicuramente in ottica Playoff dove l’importanza delle partite cresce sarà interessante vedere che soluzioni troverà coach Doc Rivers per far coesistere queste due personalità molto forti. L’allenatore è un altro dilemma in casa Bucks, con l’ex Celtics subentrato a fine Gennaio dopo il sorprendente esonero di Adrian Griffin che fino a quel momento non aveva assolutamente sfigurato. Tanti temi caldi in quel di Milwaukee da risolvere in breve tempo per una squadra costruita per vincere nell’immediato.

L’ultima squadra che merita di rientrare in questa categoria sono i New York Knicks che stanno disputando la loro migliore stagione dal 2012/13. Jalen Brunson a suon di prestazioni eccellenti si è guadagnato la prima convocazione all’All Star Game e, insieme ad un roster in cui tutti sanno ciò che coach Thibodeau chiede loro con dei ruoli ben definiti, sta trascinando la franchigia verso dei Playoff da protagonista. Le mosse effettuate sul mercato, con l’acquisizione di giocatori funzionali per il modo di giocare della squadra, e la capacità di trovare tanti protagonisti diversi ogni partita rendono questi Knicks una delle squadre più interessanti da seguire.

Zona Playoff NBA

Se questo articolo fosse stato scritto a fine Gennaio sicuramente i Philadelphia 76ers li avremmo trovati tra i top team ma la narrazione è cambiata drasticamente quando, durante la sfida contro i Warriors del 31 Gennaio, Joel Embiid ha subito un grave infortunio al ginocchio che sta seriamente mettendo in dubbio il fatto che il centro camerunense possa tornare in campo in questa stagione.

Le ambizioni di Phila senza il suo giocatore più rappresentativo sono vertiginosamente calate e la prospettiva odierna racconta di una squadra costretta a proteggere l’ottimo record costruito in questi mesi con la speranza che Joel possa tornare a ridosso dei Playoff. Coach Nurse dovrà affidarsi ancor di più a Tyrese Maxey, autore di una stagione straordinaria tanto da ottenere la prima chiamata per l’All Star Game e che ha dimostrato di potersi prendere le responsabilità nei momenti delicati delle partite.

La squadra rivelazione di questa Eastern Conference sono gli Orlando Magic che, in piena lotta per un posto ai Playoff, stanno sviluppando un roster molto giovane dal futuro brillante. Dopo aver occupato le primissime posizioni ad inizio stagione, i Magic, comprensibilmente, sono calati seppur rimanendo in una zona che gli permette di competere per un traguardo che sarebbe stato inaspettato ai nastri di partenza.

Paolo Banchero si sta dimostrando un giocatore completo e affidabile, in grado di trascinare la squadra con medie da 23 punti, 6.9 rimbalzi e 5.3 assist, numeri che gli sono valsi un posto nella partita delle stelle di Indianapolis. La stagione di Franz Wagner e i numeri difensivi eccellenti della squadra, su tutti il quinto posto per punti concessi a partita, sono dati che rendono l’idea del livello dell’annata che Orlando sta disputando.

La stagione degli Indiana Pacers ha toccato il punto più alto con il raggiungimento della finale dell’In-Season Tournament che, nonostante la sconfitta contro i Lakers, ha consacrato Tyrese Haliburton come uno dei migliori della Lega nel suo ruolo. L’annata di Hali è di quelle da incorniciare, con una doppia doppia di media e una crescita costante anche sotto il punto di vista della leadership. L’arrivo di Pascal Siakam è un chiaro segnale che i Pacers vogliono puntare da subito ad essere protagonisti ai Playoff e che questo gruppo non vuole smettere di stupire.

Ormai non sorprende trovare i Miami Heat soltanto alla settima piazza in classifica, Jimmy Butler e compagni ci hanno dimostrato quanto per loro la Regular Season abbia un valoro piuttosto ridotto e tutto il focus della squadra è incentrato sui Playoff e sul raggiungere il tanto agognato anello. Certo, gli anni passano e avere un piazzamento migliore consentirebbe a Miami di non dover necessariamente ricorrere ad un dispendio fisico ulteriore passando dal possibile Play-In e, inoltre, garantirebbe il fattore campo almeno per il primo turno. L’enorme esperienza accumulata negli anni, però, è un serbatoio di sicurezza e consapevolezza che coach Spoelstra sa gestire magistralmente.

Zona Play-In NBA

La pazienza dei tifosi intorno i Chicago Bulls ha raggiunto la soglia massima nei confronti di una squadra che sembra non riuscire a fare mai un salto di qualità per ambire a qualcosa di importante. Il roster attuale naviga in un costante limbo tra l’essere troppo forte per tankare in modo massiccio ma, allo stesso tempo, troppo debole per puntare verso traguardi ambiziosi, rimanendo così in una mediocrità che in NBA non può portare da nessuna parte.

Anche la dirigenza non riesce a trovare soluzioni, con l’ultima trade deadline passata senza effettuare scambi per il terzo anno di fila, e Zach Lavine, dato per sicuro partente in modo da iniziare un processo di rebuilding, è alla fine rimasto seppur indisponibile per tutta la stagione causa infortunio. DeMar DeRozan ormai 34enne, la situazione Lonzo Ball che non scende in campo da Gennaio 2022 e scelte tecniche discutibili come quella di provar a far giocare contemporaneamente Nikola Vucevic e Andre Drummond nel basket moderno, dovrebbero far intendere al front office che è arrivato il momento di rivoluzionare la squadra.

Alla voce delusioni stagionali possiamo aggiungere gli Atlanta Hawks che non hanno assolutamente mantenuto le buone aspettative che c’erano ad inizio campionato. Il duo Trae YoungDejounte Murray e la possibilità per coach Quin Snyder, subentrato a fine stagione scorsa, di poter lavorare fin dall’inizio con la squadra, lasciavano ben sperare per vedere degli Hawks che potessero, quantomeno, avvicinarsi ai risultati ottenuti un paio di stagioni fa con il raggiungimento delle Finali di Conference.

Ciò che, invece, si è visto fino adesso è una squadra in cui la coppia di guardie funziona solo a sprazzi e la fase difensiva è altamente insufficiente, piazzandosi, infatti, all’ultimo posto per punti concessi per partita. I continui rumors sul possibile addio di Young in estate e le trattative sfumate per imbastire una trade con i Lakers per Murray non aiutano a dare stabilità all’ambiente. Una delle poche note positive è l’exploit di Jalen Johnson che al suo terzo anno nella Lega sta avendo parecchi minuti a disposizione per dimostrare il suo valore.

Non di semplice collocazione sono i Brooklyn Nets che però, al contrario delle due squadre che li precedono, sembrano avere le idee più chiare riguardo il proprio futuro. La fine dei Big Three ha lasciato in eredità un bagaglio importante di prime scelte accumulate per i prossimi Draft e un roster composto da giovani talenti in continua crescita che stanno trovando spazio per migliorare costantemente. Giocatori come Cam Thomas e Nic Claxton rappresentano il presente e il futuro della franchigia, che, grazie alle mosse degli ultimi anni, si è concessa la possibilità di avere ampi margini di scelta.

Una risorsa importantissima come Mikal Bridges, ad esempio, potrebbe essere utilizzata come pedina di scambio per ottenere ulteriori picks di alto livello ma anche come elemento di spicco con cui costruire una squadra competitiva. L’unico grande grattacapo da risolvere continua ad essere Ben Simmons che, a causa del suo contratto oneroso, è praticamente impossibile da scambiare; l’australiano ha dimostrato di poter ancora incidere positivamente quando mandato in campo ma la sua fragilità fisica e mentale è un altro problema di difficile gestione.

Zona Lottery NBA

E’ definitivamente iniziato il processo di rebuilding in casa Toronto Raptors che poche settimane prima della trade deadline hanno salutato Pascal Siakam e OG Anunoby scambiandoli, rispettivamente, con i Pacers e con i Knicks. Entrambe le operazioni hanno concesso alla squadra canadese di incassare una buona somma di scelte al Draft e giocatori su cui ricostruire, uno su tutti RJ Barrett, tornato a giocare nella città in cui è nato. Da New York è arrivato anche il 24enne Immanuel Quickley che, insieme al fresco All Star Scottie Barnes, rappresentano il core su cui ha puntato la franchigia.

Il ricordo dei sostenitori degli Charlotte Hornets contrariati per la chiamata di Brandon Miller con la seconda scelta assoluta allo scorso Draft è ancora vivo; eppure il prodotto dell’Università dell’Alabama si sta dimostrando una delle pochissime certezze della stagione degli Hornets. Il classe 2002 sta tirando con ottime percentuali, sfornando diverse prestazioni degne di nota. Nel complesso la stagione rimane disastrosa e la serie lunghissima di annate perdenti è destinata ad allungarsi con la sensazione di non riuscire a trovare mai una via d’uscita.

Se ad inizio campionato qualche proposito positivo poteva anche esserci, ben presto, con i continui problemi fisici di Lamelo Ball, ogni speranza è tramontata. La stella della squadra è martoriata dagli infortuni alle caviglie che per un giocatore NBA possono rappresentare un ostacolo non da poco, ci auguriamo che Lamelo possa trovare la continuità che gli serve per trascinare la sua squadra fuori da questo loop negativo.

Penultima posizione per i Washington Wizards, in piena lotta per vincere il premio di peggior squadra della stagione… L’ingaggio estivo di Jordan Poole è stata una scommessa sonoramente persa, con l’ex Warriors autore di una stagione fin qui a dir poco pessima e con un contratto tra i peggiori della Lega che continua a far discutere. La squadra si trova nelle zone basse della maggior parte delle statistiche e gli unici aspetti positivi di quest’annata da dimenticare sono un Kyle Kuzma da quasi 22 punti di media e il rookie Bilal Coulibaly che si sta dimostrando un giovane promettente su cui puntare.

Parlando dei Detroit Pistons, il cui record recita 8-46, è impossibile non citare il record di 28 sconfitte di fila che la squadra ha raggiunto in questa stagione. E’ difficile spiegare l’andamento così negativo della franchigia che, sicuramente, nei pronostici non veniva data in zona Playoff ma tantomeno in questa situazione di classifica. Coach Monty Williams, arrivato in estate nonostante l’interesse di altre squadre più blasonate, ha scelto questo roster convinto delle potenzialità dei giocatori a disposizione ma, evidentemente, i giovani talenti in squadra non hanno ancora assimilato le richieste dell’allenatore e non sono quasi mai riusciti a fare delle prestazioni all’altezza del loro potenziale.

La mancanza di veterani, in grado di portare esperienza e mentalità vincente, è una lacuna evidente in una delle squadre con l’età media più bassa in NBA. Giocatori che possano fare da mentori ai vari Cade Cunningham, Jaden Ivey, Ausar Thompson e Jalen Duren sono ciò che i Pistons dovranno ricercare in estate per migliorare la squadra. Inoltre, un motivo d’interesse per osservare i movimenti della franchigia del Michigan è capire quale sarà la scelta su Simone Fontecchio, arrivato via trade da Utah e il cui contratto in scadenza sembra voglia essere rinnovato.

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