Ja Morant: “Le mie esultanze? Faccio quello che sento”

Una nuova esultanza per Ja Morant contro i Timberwolves: finge di lanciare una granata e poi si mette le mani sulla orecchie, un altro gesto che attira molte critiche

Ja Morant Celebration

Ja Morant è tornato sotto i riflettori, ma ancora una volta non per i motivi giusti. Dopo aver messo da parte la discussa esultanza “a pistola”, la stella dei Memphis Grizzlies ha trovato un nuovo modo per far parlare di sé.

Nella sfida contro gli Charlotte Hornets, dopo una tripla a segno, Morant ha mimato il lancio di una granata. Un gesto ripetuto anche nella partita contro i Minnesota Timberwolves, a cui ha poi aggiunto un’altra provocazione: mani sulle orecchie, come a voler zittire tutto e tutti dopo ogni canestro da tre.

Ascoltate, non è come pensate. Io dico quello che sento, metto le mie parole là fuori, senza filtri. Sto parlando da me stesso. Esprimo quello che ho da dire al mondo e poi mi isolo da tutto il rumore di fondo. È questo che faccio

Ja Morant

Morant provoca e poi si difende dalle critiche. Anzi, non le ascolta proprio L’atteggiamento di Ja è tornato ancora una volta sotto i riflettori, riaccendendo le polemiche e alimentando i dubbi sul suo comportamento, già finito nel mirino della NBA e oggetto di indagine per i suoi gesti.

Morant spiega così perché si è coperto le orecchie dopo i canestri segnati nella sconfitta contro i Timberwolves, abili a infliggere ben 52 punti nel terzo quarto ai Grizzlies. Una partita in cui i suoi 36 punti non sono bastati, trasformandosi in un losing effort destinato a pesare più fuori dal campo che dentro.

Quando mi vedete comportarmi così, è perché sto semplicemente comunicando ciò che penso e, allo stesso tempo, mi proteggo da tutto quello che torna indietro. E continuerò a fare così

Ja Morant

In un clima tutt’altro che sereno, movimentato dal licenziamento di coach Taylor Jenkins la scorsa settimana, i Grizzlies si trovano al settimo posto della Western Conference (47-33), agganciati dai Timberwolves dopo la sconfitta nello scontro diretto.

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