Warriors eliminati, Kerr sicuro: “Con Curry sarebbe stata un’altra serie”

Steve Kerr non cerca scuse, ma senza Steph Curry l’attacco dei Warriors ha fatto acqua da tutte le parti. Alle finali di Conference ci vanno i Minnesota Timberwolves

Steve Kerr durante una partita di Regular Season 2023/24 dei Golden State Warriors

La stagione dei Golden State Warriors si è conclusa troppo presto, e soprattutto nel modo peggiore: travolti in cinque gare dai Minnesota Timberwolves, senza mai dare l’impressione di poter davvero competere.

Ma per Steve Kerr, il giudizio finale va letto con una chiave fondamentale: l’assenza di Stephen Curry.

Sapevamo di avere una possibilità. Con Steph in campo avremmo potuto giocarcela fino in fondo

Steve Kerr

L’infortunio muscolare arrivato in avvio di Gara 1 ha cambiato completamente il copione. Quella prima sfida, vinta grazie alle prestazioni eroiche di Buddy Hield e Jimmy Butler, aveva illuso i tifosi dei Warriors: sembrava l’inizio di un confronto equilibrato. Invece, senza il loro leader tecnico e spirituale, Golden State ha perso la bussola, soprattutto in attacco.

I numeri parlano chiaro: senza Curry, l’attacco dei Dubs si è inceppato. L’assenza del numero 30 ha tolto ritmo, spazi e fiducia a una squadra già stanca dopo la battaglia al primo turno contro Houston. La difesa dei Timberwolves ha potuto concentrarsi su Butler, limitandone l’impatto soprattutto nelle ultime due partite, dove l’ex Heat non è riuscito a tenere vivo il sogno.

Non è solo una questione di punti: Curry, anche quando non segna, crea. La sua presenza obbliga le difese a reagire, ad aprirsi, a sbilanciarsi. Senza di lui, l’attacco dei Warriors è diventato prevedibile e privo di soluzioni. La sensazione è che con Steph anche al 70%, questa serie sarebbe andata in un’altra direzione.

Kerr non cerca alibi, ma è consapevole che l’impegno logorante contro i Rockets abbia presentato un conto salato: Butler ha accusato un problema all’anca, e Curry è stato messo a dura prova da una difesa asfissiante. Forse un finale diverso in quella serie avrebbe permesso un recupero migliore. Ma le ipotesi non cambiano i risultati.

Ora per Golden State è tempo di riflettere. L’eliminazione fa male, ma conferma una certezza: quando Curry è in campo, questa squadra ha sempre una chance. La vera sfida sarà riportarlo in condizione fisica ottimale e costruire intorno a lui un gruppo in grado di reggere l’urto anche nei momenti più duri.

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