I Timberwolves sono costruiti per fermare i Thunder

Se dovesse mancare la continuità offensiva dei Thunder, la fisicità e la corsa dei T’Wolves potrebbero frenare la corsa di Shai e compagni verso le NBA Finals

Anthony-Edwards-e-Shai-Gilgeous-Alexander

In una Regular Season da 58 vittorie e appena 14 sconfitte, i Thunder hanno mostrato una solidità straordinaria su entrambi i lati del campo. Eppure, tra le pochissime squadre capaci di mettere seriamente in difficoltà il sistema perfettamente oliato di coach Daigneault ci sono proprio i Minnesota Timberwolves.

Il motivo? Una combinazione di fisicità, profondità nel reparto lunghi e letture tattiche ben precise. Oklahoma City vanta la miglior difesa dell’area nella lega e ha saputo contenere, almeno in parte, l’imprevedibilità offensiva di Anthony Edwards. Ma i risultati degli scontri diretti contro i Timberwolves parlano chiaro: tutto si è deciso sulle percentuali al tiro.

Quando OKC ha trovato continuità dall’arco, la partita è scivolata via con naturalezza. Ma nelle occasioni in cui le percentuali sono calate – e in questa post season i Thunder stanno faticando proprio da fuori – Minnesota ha fatto valere la propria fisicità. La capacità di controllare i rimbalzi, raccogliere ogni pallone vagante e trasformarlo rapidamente in transizione ha ribaltato gli equilibri, mettendo in mostra uno dei pochi punti deboli della giovane squadra dell’Oklahoma.

Il trio formato da Julius Randle, Naz Reid e Rudy Gobert rappresenta un’arma silenziosa ma letale: non accentrano il gioco come un Jokic, ma sono perfettamente funzionali al sistema di coach Finch. Difesa, tagli, roll verso il ferro, pulizia sotto canestro: elementi semplici ma devastanti se eseguiti con costanza.

Per questo motivo, Minnesota può essere una vera minaccia. Se i Thunder non troveranno rapidamente risposte a rimbalzo e non rialzeranno le proprie percentuali al tiro, l’accesso alle NBA Finals rischia seriamente di sfuggire.

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