I milioni della NCAA stanno svuotando i vivai europei
I contratti NIL rivoluzionano la NCAA: i giovani guadagnano come star NBA, mentre l’Europa perde terreno. Anche Real Madrid e Barcellona valutano la chiusura dei vivai

Il richiamo della NCAA si fa sempre più forte. I college americani stanno diventando la meta preferita per un numero crescente di giovani talenti europei, pronti a lasciare il Vecchio Continente in cerca di opportunità e visibilità oltreoceano. Una tendenza in costante crescita che, oggi più che mai, preoccupa i vertici del basket europeo: la fuga di talenti cestistici è diventata un tema caldissimo.
Secondo quanto riportato da Marca, persino due colossi come Real Madrid e Barcellona starebbero valutando un’ipotesi clamorosa: chiudere i propri vivai. Una scelta che fino a pochi anni fa sarebbe sembrata impensabile, ma che oggi appare meno surreale, vista la difficoltà crescente nel trattenere i migliori prospetti. I programmi NCAA, infatti, offrono condizioni ormai irraggiungibili anche per i club più ricchi e strutturati d’Europa.
Il punto di svolta è arrivato nel 2021, con l’introduzione dei contratti NIL (Name, Image and Likeness). Da quel momento, gli atleti universitari americani possono guadagnare cifre da capogiro grazie ai diritti sulla propria immagine. Sponsorizzazioni, collaborazioni sui social, apparizioni TV: senza neanche aver firmato un contratto da professionisti, molti incassano come vere e proprie star NBA.
Uno degli ultimi casi emblematici è quello di Dame Sarr. Il talento italiano, tra i più promettenti della sua generazione, ha lasciato a sorpresa il Barcellona lo scorso marzo per partecipare – senza permesso del club – al prestigioso Nike Hoop Summit. Ora l’università di Duke lo osserva da vicino, pronta ad accoglierlo. Una scena già vista, che si ripete con preoccupante regolarità.
La FIBA sta cercando di reagire. Tra le proposte al vaglio, c’è l’introduzione di una Letter of Clearance obbligatoria per impedire che un giocatore venga tesserato senza il via libera del club e della federazione di appartenenza. Ma al momento resta solo un’idea, perché la NCAA non ha ancora dato l’ok.
Intanto, l’Europa continua a vedere i propri talenti spiccare il volo verso gli Stati Uniti. Con loro rischia di andarsene anche il sistema che li ha cresciuti, formato e valorizzati. E il basket europeo, se non verranno trovate contromisure efficaci, rischia di pagare a lungo un conto pesantissimo.