Thunder alle NBA Finals, Chet Holmgren: “Il lavoro non è finito”

I Thunder tornano alle NBA Finals, ma Chet Holmgren ha già lo sguardo puntato sul vero obiettivo: il titolo NBA

Chet Holmgren e Shai Gilgeous-Alexander Thunder NBA Playoff 2025

Gli Oklahoma City Thunder hanno appena centrato un traguardo che mancava da oltre un decennio: tornare alle NBA Finals. Con una prestazione dominante in Gara 5, hanno spazzato via i Minnesota Timberwolves (124-94) conquistando il titolo della Western Conference.

Ma nonostante l’impresa, Chet Holmgren non lascia spazio all’euforia: per lui, il percorso è tutt’altro che concluso. Subito dopo la partita, il lungo dei Thunder ha messo in chiaro il suo pensiero. Nessun entusiasmo fuori misura, nessuna sensazione di appagamento:

Non dimentico che per due mesi non riuscivo nemmeno a camminare… ma è solo un passo nel nostro percorso. L’obiettivo è ancora lontano e dobbiamo continuare a giocare

Chet Holmgren

Parole che riflettono lo spirito di una squadra giovane, ma già consapevole. I Thunder sono arrivati in finale dopo una stagione da 68 vittorie e tanti dubbi sul loro reale valore ai playoff. Ora, invece, sono a quattro successi dal titolo NBA e affronteranno una tra Indiana Pacers e New York Knicks per provare a chiudere il cerchio.

Holmgren, dal canto suo, ha messo alle spalle le difficoltà della serie contro Denver ed è tornato a essere un punto di riferimento sotto canestro. La sua capacità di proteggere il ferro e reggere il confronto fisico sarà fondamentale anche nelle Finals, dove OKC dovrà affrontare lunghi dinamici e backcourt esplosivi.

Accanto a lui, protagonisti assoluti come Shai Gilgeous-Alexander premiato come MVP delle Western Conference Finals – e Jalen Williams, altro talento “di casa” su cui la franchigia ha costruito questo ritorno al vertice. Il progetto Thunder, costruito con pazienza e visione, è arrivato al momento decisivo.

Ma per Holmgren non c’è spazio per la celebrazione prematura. La fame di vittoria è ancora intatta. Perché, come direbbe Kobe Bryant, “il lavoro non è finito”. E lui lo sa bene.

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