I limiti di Josh Hart e il peso dei 122 punti subiti da turnover
I New York Knicks non hanno saputo reagire: le palle perse e la gestione di Josh Hart tra i nodi irrisolti della serie contro i Pacers

Tra i tanti spunti emersi dall’eliminazione dei New York Knicks nei Playoffs, uno dei più rilevanti riguarda la gestione di Josh Hart, uomo di fiducia di coach Tom Thibodeau, recentemente esonerato, e pedina chiave nella rotazione newyorkese.
Il numero 3, arrivato dai Pelicans, ha vissuto una fase complicata durante la serie contro i Pacers, finendo relegato in panchina dopo l’inserimento stabile di Mitchell Robinson nello starting five. Una scelta dettata anche dalle difficoltà offensive del quintetto iniziale, in cerca di nuovi equilibri.
Il ruolo di leader della second unit non è bastato a valorizzare pienamente Hart. Al contrario, ha finito per evidenziare i suoi limiti, soprattutto sul piano offensivo. Indiana lo ha sistematicamente ignorato sul perimetro, puntando a congestionare l’area e ostacolando la fluidità dell’attacco Knicks. Questo tipo di assetto ha contribuito a generare un alto numero di palle perse da parte di New York, con conseguenti contropiedi avversari.
Il dato che sintetizza meglio questo impatto è impietoso: 122 punti subiti da turnover contro i soli 48 realizzati dai Knicks nella stessa situazione. Uno scarto di 74 punti che ha pesato come un macigno, indirizzando l’esito della serie e risultando determinante soprattutto nelle gare più combattute.
La gestione di Hart e i problemi strutturali nell’attacco saranno tra i principali temi su cui riflettere in vista della prossima stagione. Perché al netto degli infortuni e delle assenze, certi numeri parlano da soli. E raccontano di una squadra che, nei momenti cruciali, non è riuscita a trovare contromisure efficaci.