Ace Bailey ha rifiutato una squadra della Top 5 al Draft NBA?

Secondo alcune indiscrezioni, il talento di Rutgers avrebbe fatto sapere di non voler giocare per una delle prime cinque squadre al Draft

Ace Bailey, con la maglia dei Rutgers

Ace Bailey sapeva bene dove voleva – e soprattutto dove non voleva – iniziare la sua carriera NBA. Nei giorni che hanno preceduto il Draft, il talento di Rutgers ha fatto una mossa audace: attraverso il suo entourage, ha fatto sapere a una delle squadre con una scelta tra le prime cinque che non avrebbe accettato di giocare per loro. Un avvertimento chiaro, riportato da ESPN, che ha fatto discutere ancora prima della chiamata ufficiale.

Bailey arrivava al Draft forte di una stagione brillante al college: 17.6 punti, 7.2 rimbalzi e una presenza dominante su entrambi i lati del campo. Un’ala moderna, esplosiva, con istinti da primo violino.

Ma con il talento è emersa anche una certa selettività: pochi workout, tutti mirati. L’obiettivo era chiaro – finire a Washington o New Orleans, realtà in cui pensava di poter crescere come star assoluta. Lontano da situazioni instabili o affollate di ego.

Tra le squadre sgradite c’erano Charlotte e Utah. La prima, secondo molti, sarebbe la franchigia avvisata direttamente: gestione incerta, ambiente turbolento e una figura già centrale come LaMelo Ball, con cui Bailey avrebbe potuto entrare in rotta di collisione.

Ma il Draft, si sa, ama i colpi di scena. Con la quinta scelta, i Jazz hanno spiazzato tutti chiamando proprio lui. Bailey, colto dalle telecamere in lacrime, ha ammesso di essere stato colto di sorpresa.

Sono contento di essere arrivato fino a qui, ma non avevo idea che (i Jazz, ndr) fossero interessati

Ace Bailey

Approdare a Salt Lake City non era nei suoi piani. Ora però non c’è più spazio per preferenze o strategie. Se vuole affermarsi, dovrà farlo lì dove forse non pensava di dover cominciare.

Utah crede in lui, e Bailey dovrà guadagnarsi sul campo la fiducia dei tifosi, molti dei quali non hanno apprezzato la sua mancanza di entusiasmo.

Non è l’inizio che aveva immaginato, ma per scrivere una grande storia serve anche saper affrontare i capitoli più scomodi.

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