Eric Paschall: “Giocare con Steph Curry ha un prezzo”
Giocare con Stephen Curry richiede sacrifici: il percorso di Paschall (in LBA con Pistoia nel 2024/25) mette in guardia

Giocare accanto a Steph Curry è un privilegio, ma anche una sfida che non tutti riescono a vincere. Lo ha raccontato con lucidità Eric Paschall, ex Golden State Warriors, in un’intervista tornata d’attualità ora che la franchigia si trova a un bivio con Jonathan Kuminga.
Paschall, che ha dispuato la stagione 2024/25 a Pistoia, ha vissuto sulla propria pelle cosa significa adattarsi al sistema Curry. Dopo una promettente stagione da rookie nel 2019-20 – complice l’assenza di Steph per infortunio – aveva brillato da protagonista, chiudendo con 14 punti di media e sfiorando il podio nella corsa al Rookie of the Year. Ma al rientro della star, tutto è cambiato.
Steph è tornato e io non riuscivo a giocare con lui. Ero convinto di potermi esprimere come l’anno prima, ma non era più possibile. Quando sei in campo con Curry, devi cambiare il tuo gioco. Alla fine chiesi io di partire dalla panchin
Erici Paschall
La sua esperienza si concluse con una trade prima della stagione 2021/22 e, di lì a poco, con l’uscita dal circuito NBA.
Non ero fatto per bloccare, rinunciare a un tiro aperto o limitarmi a far girare la palla. Se ero libero, tiravo. Questo mi ha dato una falsa percezione di come funziona davvero la NBA
Erici Paschall
Ora, quel racconto torna prepotentemente attuale. Kuminga, come Paschall, è un’ala talentuosa che dà il meglio con la palla in mano. E come Paschall, ha brillato in assenza di Curry – nei recenti Playoff contro Minnesota – mostrando una versione di sé più libera e dominante che ora lo fa sentire nella posizione di poter chiedere 30 milioni a stagione. Ma con Steph in campo, trovare spazi e ritmo diventa più complesso.
Mentre i Warriors riflettono sul futuro del loro giovane talento, la parabola di Paschall potrebbe rappresentare un precedente da non ignorare.