Phoenix Suns nel caos: tra tampering e luxury tax da record

Tra accuse di tampering e una luxury tax stellare, Phoenix rischia di affondare sotto il peso di una gestione sempre più criticata

Devin Booker, Phoenix Suns, in un match di Regular Season NBA contro gli Houston Rockets

Mentre alcune franchigie NBA stanno lavorando sottotraccia per costruire il proprio futuro, i Phoenix Suns continuano a fare rumore – e non nel modo giusto.

A differenza di Memphis, che ha operato con discrezione durante il Draft NBA, la squadra di Matt Ishbia ha acceso i riflettori su di sé fin troppo intensamente, finendo al centro di polemiche, critiche e decisioni discutibili che confermano tutte le perplessità sulla nuova gestione.

Il caso Maluach e il tampering

Il primo scivolone è arrivato in occasione del Draft, quando è emerso un video imbarazzante in cui i Suns sembrano accordarsi con Rich Paul – uno degli agenti più influenti della lega – per assicurarsi che Khaman Maluach arrivasse intatto fino alla decima scelta.

Una manovra che ha il sapore del tampering, proprio ciò che la NBA da anni cerca di estirpare con ogni mezzo. Non è difficile immaginare quanto poco gradito possa essere stato questo episodio ai piani alti della lega, soprattutto perché è la stessa franchigia ad aver permesso che un simile video trapelasse.

La trade di Mark Williams: rischio calcolato o altro errore?

Sul fronte tecnico, la mossa che ha portato Mark Williams in Colorado (via Charlotte) è stata, sulla carta, sensata: il lungo ex Hornets è giovane, atletico e potenzialmente compatibile con le stelle del roster. Ma dietro questa operazione si nasconde un altro problema.

Il contratto di Williams andrà rinnovato e Phoenix, già sopra il secondo apron della luxury tax, si ritroverà costretta a completare il roster con contratti al minimo salariale. Attualmente ci sono ancora tre slot da riempire, ma con quali risorse?

Un conto salatissimo per una squadra incompleta

Il risultato? Una proiezione di oltre 420 milioni di dollari per la stagione 2025–26, di cui ben 198 milioni solo di tassa di lusso. Uno sproposito, soprattutto se consideriamo che il roster presenta evidenti falle, in particolare nel reparto ali, e ha l’aspetto di una squadra destinata a navigare a metà strada fra la zona Play-In e un tanking mascherato.

Il fallimento di una visione

La sensazione è che a Phoenix si stia accumulando un disastro gestionale dopo l’altro. Le ambizioni della proprietà sembrano non avere basi solide e ogni mossa rischia di aggravare una situazione tecnica ed economica già compromessa.

I Suns, una volta considerati tra i progetti più promettenti della Western Conference, ora sembrano intrappolati in un circolo vizioso fatto di scelte affrettate, pressioni mediatiche e una direzione tecnica poco coerente.

Se il buongiorno si vede dal mattino, la prossima stagione rischia di trasformarsi in un incubo da 420 milioni.

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