L’esordio di Cooper Flagg: “Una delle peggiori partite della mia vita”
Non è stata la sua serata migliore al tiro, ma Cooper Flagg ha comunque deciso la sfida tra Mavs e Lakers nel finale, mostrando personalità e visione di gioco
L’impatto non è stato dei più scintillanti, almeno dal punto di vista statistico, ma Cooper Flagg ha comunque lasciato il segno nel suo primo assaggio di NBA.
Alla prima uscita con la maglia dei Dallas Mavericks nella Summer League di Las Vegas, il rookie più atteso dell’anno ha mostrato talento, carattere e leadership nei momenti decisivi, aiutando i suoi a battere i Los Angeles Lakers per 87-85.
Flagg – che punta al miliardo di dollari entro il 20238 – ha chiuso con 10 punti, 6 rimbalzi, 4 assist, 3 recuperi e una stoppata. Numeri interessanti, ma penalizzati da un 5/21 al tiro, con uno 0/5 dall’arco che racconta le difficoltà avute soprattutto nelle situazioni a metà campo.
Non è stata una prestazione all’altezza dei miei standard. Mi rimetterò in carreggiata e andrà tutto bene
Cooper Flagg
Eppure, proprio quando la partita si stava decidendo, è stato il prodotto di Duke cambiare l’inerzia: stoppata in aiuto su DJ Steward, transizione condotta in prima persona e assist per la tripla del sorpasso firmata Ryan Nembhard. Partita finita.
Probabilmente è stata una delle peggiori partite della mia vita. Però abbiamo vinto, ed è quello che conta. I coach credono in me, mi hanno detto di provare cose nuove. Sono stato aggressivo, ma è tutto nuovo anche per me
Cooper Flagg
Su indicazione di Jason Kidd, Flagg è stato spesso utilizzato da point forward, con il compito di gestire i possessi e creare gioco. I Lakers hanno provato subito a metterlo in difficoltà, raddoppiandolo già dal primo possesso e usando il fisico per ostacolarlo per tutta la gara.
È giovane, ma prende buone decisioni. Ha fatto vedere queste cose a Duke e anche prima. Ovviamente farà degli errori, capita a tutti. Ma ha una calma da veterano, nonostante abbia solo 18 anni
Jason Kidd
Il pubblico ha potuto apprezzarne la versatilità soprattutto in campo aperto: schiacciata in contropiede, fadeaway dalla baseline, coast-to-coast concluso con appoggio al vetro. Azioni che mostrano il potenziale di un 18enne già capace di reggere il palcoscenico.
In mezzo, anche un mini-duello con Bronny James, che ha fatto alzare il volume del Thomas & Mack Center.
Ha tipo 15 cm più di me, ho cercato solo di tenergli testa. Lo rispetto tantissimo. L’ho seguito al college, è un grande. Sarà speciale
Bronny James
Per Flagg è solo l’inizio. E se queste sono le sue “peggiori partite”, il meglio deve ancora venire.