Le migliori squadre della Dynasty dei Warriors secondo Steph Curry
Steph Curry ripercorre i suoi anni d’oro: dai record con i Warriors all’oro olimpico, tra chimica perfetta e dominio assoluto
Steph Curry ha vissuto l’eccellenza da protagonista, guidando alcune delle squadre più iconiche della storia NBA. Ma quando gli chiedono quale sia stata la migliore, la risposta non è netta.
Ospite del podcast “360 With Speedy”, Curry non ha avuto dubbi nel restringere il campo:
È un pareggio tra il team 2015-16 e quello 2016-17. Per motivi diversi. Chimica, ruoli ben definiti, talento puro, QI cestistico alle stelle. Era pallacanestro al suo massimo livello
Steph Curry via 360 with Speedy
Due squadre, due ere leggendarie. Quella del 2015-16 ha riscritto la storia con un record di 73 vittorie e 9 sconfitte, il miglior di sempre. Curry, MVP all’unanimità, viaggiava a 30.1 punti di media con percentuali irreali. Ma il finale fu amaro: sconfitta in rimonta alle Finals contro i Cavaliers di LeBron.
Poi arrivò il 2016-17. Meno spettacolare in Regular Season, ma devastante nei Playoff. Con l’innesto di Kevin Durant, i Warriors vinsero il titolo con un perentorio 16-1 nella postseason. Dominio totale, vendetta servita.
Curry, però, (che ha messo anche in discussione il nuovo CBA) ha aperto anche un’altra parentesi: Team USA 2024.
È difficile trovare un gruppo con quei curriculum, tra veterani e giovani. In sette settimane dovevamo diventare squadra. Serbia e Francia non ci hanno regalato nulla
Steph Curry via 360 with Speedy
E in effetti, accanto a lui c’erano LeBron, Durant, Embiid, Edwards, Davis, Adebayo, Haliburton: un Dream Team moderno, che ha riportato l’oro in patria.
Difficile scegliere, anche per uno come Steph. Perché i trofei contano, certo, ma c’è qualcosa che va oltre: la magia collettiva, la perfezione nei dettagli, il feeling che rende una squadra speciale.
Quelle versioni dei Warriors non hanno solo vinto: hanno cambiato il gioco. E ancora oggi, nella nuova era che si apre a Golden State, sono il metro con cui misurare tutto il resto.