Loading

Iverson racconta l’ascesa di Shai Gilgeous-Alexander verso l’MVP

A Toronto, Allen Iverson rende omaggio a Shai: da idolo d’infanzia a suo erede sul parquet, dopo il trionfo NBA e il titolo di MVP

Nel cuore di Toronto, davanti a un gruppo di giovani cestisti, Allen Iverson ha reso omaggio a uno dei talenti più brillanti della nuova generazione: Shai Gilgeous-Alexander. Dopo il trionfo alle Finals NBA e il Titolo di MVP, SGA ha ricevuto l’approvazione più significativa da parte di chi, con il numero 3 sulle spalle, ha rivoluzionato il gioco negli anni 2000.

Iverson, ospite della No Flukes Foundation – fondata dal padre di Shai, Vaughan Alexander – ha ricordato quanto l’allenamento sia stato cruciale anche nella sua carriera, smentendo con ironia la celebre “practice rant” che lo ha reso iconico:

Pensate che non mi allenassi? Se fosse vero, vuol dire che ero davvero forte. Ma ovviamente mi allenavo. Anche Shai ha dovuto farlo per diventare MVP e il miglior giocatore del mondo

Allen Iverson

Un momento dal sapore speciale, non solo per il contesto, ma per la storia che lo accompagna. Da piccolo, Shai (che molti paragonano a Kobe) guardava le partite insieme a suo padre indossando la maglia di Iverson, persino quando Vince Carter infiammava Toronto.

Iverson era il suo preferito. Nel 2001 eravamo sugli spalti con le maglie dei Sixers. Niente contro Vince, ma il nostro idolo era A.I

Vaughan Gilgeous-Alexander

Ora, 14 anni dopo, quel bambino è diventato campione NBA, miglior realizzatore della stagione e simbolo di una nuova era. E il tributo ricevuto dal suo eroe d’infanzia, proprio nella sua città natale, chiude perfettamente il cerchio.

Leggi anche

Failed to load data