Durant risponde: “Rispetto Kobe, i miei numeri parlano da soli”
Kevin Durant ricorda le sue prestazioni olimpiche e chiarisce: non mi sono mai definito il GOAT, era solo un sogno
Kevin Durant non è nuovo a rispondere ai tifosi che lo provocano su X. L’ultimo episodio è nato da un confronto con un fan dei Clippers, che ha paragonato l’attuale stella degli Houston Rockets a Kobe Bryant, sostenendo che il ‘Mamba’ fosse più decisivo nei momenti clutch, soprattutto con la maglia del Team USA.
Un’affermazione che non è andata giù a KD, pronto a ribattere ricordando come nelle finali olimpiche abbia sempre avuto un ruolo da protagonista, segnando in ogni occasione almeno 20 punti.
In particolare, KD ha citato l’esempio del 2012, la sua prima esperienza olimpica: in quella finale mise a segno 30 punti, con lo stesso Bryant in campo.
Il Mamba è uno dei miei idoli, lo amo, ma ho viaggiato ad almeno 20 di media nelle partite per la medaglia d’oro. Ho messo 30 punti con Kobe in campo, in realtà. Le lezioni di storia non sono un segno di insicurezza, sei tu che scegli di dimenticare!! Buona giornata Jakob
Kevin Durant
La discussione non si è fermata lì. Durant ha voluto chiarire anche un altro punto spesso usato contro di lui: l’accusa di essersi definito il GOAT. Dopo che un utente ha ripescato un suo vecchio tweet, KD ha spiegato che non si trattava di una dichiarazione, ma di un semplice desiderio.
Per rendere l’idea, Durant ha usato una metafora: sognare di possedere una macchina sportiva non significa possederla davvero, ma non è vietato immaginarlo. Allo stesso modo, ha ammesso di poter ‘fantasticare’ di essere il migliore, senza aver mai affermato di esserlo.
Tra critiche e paragoni con la leggenda dei Lakers, l’ex stella dei Warriors ha ribadito il massimo rispetto per Kobe Bryant, senza però accettare che la sua carriera venga sminuita. I numeri parlano da soli e, a 36 anni, Durant continua a difendere con convinzione la propria eredità cestistica.