Adam Silver risponde alle critiche: “Gli highlights non sostituiscono le dirette”
Adam Silver chiarisce le sue parole sulla NBA come sport da highlights: non una critica, ma un riconoscimento della forza dei social e delle clip virali
Adam Silver ha fatto arrabbiare più di un appassionato NBA quando, qualche settimana fa, ha parlato della lega come di uno “sport da highlights”.
Per molti, parole che sminuivano la complessità del gioco. Ora il commissioner ha deciso di chiarire meglio il concetto. Intervistato da Front Office Sports, Silver ha spiegato:
Una parte della domanda riguardava l’impatto dei social media. Io rispondevo a quello, in senso molto positivo. Penso sia un valore aggiunto per chi guarda le partite live, aumenta la probabilità che le seguano
Adam Silver via FrontOffice Sports
E ancora, Silver, che tra Caso Aspiration e dichiarazioni austere ha vissuto una settimana da incubo, è entrato ancora più nel dettaglio delle sue parole:
Quando parlo di highlights-based intendo dire che, se guardo SportsCenter e vedo cinque giocate NBA nella Top 10, esulto. Non penso ‘accidenti, troppi highlights della nostra lega’. Una partita live è piena di highlights
Adam Silver via FrontOffice Sports
Silver sa bene quanto pesino le clip virali: la schiacciata di LeBron o la tripla di Haliburton possono arrivare ovunque e avvicinare nuovi tifosi. L’idea è semplice: uno scorrendo i social vede un’azione clamorosa, si incuriosisce e magari finisce a guardare un’intera partita.
Il problema è che per tanti fan, soprattutto i più giovani, la NBA si riduce ormai quasi solo a quello: highlights, meme e narrazione social. Trasformare questa attenzione lampo in una visione costante e completa resta una sfida aperta.
Intanto la palla torna al campo: la nuova stagione NBA riparte a ottobre, e con essa anche la discussione eterna tra highlights e basket giocato.