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Wembanyama e la partita che cambia tutto: dalla crisi alla reazione

La vera crescita di Wembanyama non si misura nei punti segnati, ma nella capacità di adattarsi. Contro i Rockets, il francese ha mostrato di aver imparato la lezione

Victor Wembanyama non passa mai inosservato. Con i suoi 2 metri e 26, domina la scena del Frost Bank Center anche quando non tutto gira per il verso giusto. E nella sfida contro Houston, il suo linguaggio del corpo raccontava più di qualsiasi statistica: sguardo basso, frustrazione evidente, quasi in balia dell’aggressività dei Rockets.

Nel primo tempo, il francese aveva ceduto al piano gara di Ime Udoka: difese fisiche, raddoppi continui, contatti duri per allontanarlo dal pitturato e costringerlo a tirare da fuori. Il risultato? Solo 4 punti e tanta frustrazione.

La scossa di Keldon Johnson

Verso la fine del secondo quarto, dopo l’ennesima azione sbagliata, Keldon Johnson gli ha assestato una pacca decisa sul petto: “svegliati”. Un gesto semplice, ma che ha cambiato tutto.

Dal rientro in campo, Wembanyama è sembrato un altro giocatore. Niente più esitazioni, niente più paura del contatto. Ha iniziato a cercare il corpo del difensore, a leggere meglio i raddoppi, a trasformare l’aggressività avversaria in un vantaggio. Risultato: 18 punti nella ripresa, 22 totali, 8 rimbalzi, 4 assist e 2 stoppate. Spurs vincenti 121-110 e prima vittoria nel gruppo C della NBA Cup.

La chiave? Calma e letture

Non è stata un’illuminazione. Ha semplicemente rallentato. Quando si fida delle spaziature e legge con calma la difesa… ogni possesso diventa di qualità

Mitch Johnson

Wembanyama ha iniziato la stagione in modo devastante – oltre 33 punti e 13 rimbalzi di media nelle prime tre gare – ma le prove più recenti, con Phoenix e Lakers, avevano evidenziato i suoi limiti nel gestire difese organizzate. Quella con Houston è stata la prima vera dimostrazione di crescita mentale: imparare ad adattarsi, capire quando forzare e quando distribuire.

Un talento ancora in costruzione

I numeri lo confermano: la sua percentuale di assist è in calo rispetto alla scorsa stagione, ma il suo impatto nella circolazione di palla resta alto (secondo per passaggi, secondo per assist potenziali). È un segnale chiaro: sta imparando a manipolare la difesa, non solo a reagirle.

Wembanyama è un talento generazionale, ma anche un cantiere aperto. I Spurs, con l’inserimento di De’Aaron Fox e il rientro del rookie Dylan Harper, stanno ancora cercando la loro identità. Eppure, serate come quella contro i Rockets servono proprio a questo: scoprire quanto può essere pericoloso un giocatore che, oltre al fisico, inizia a usare la mente come un’arma.

Come ha riassunto Harrison Barnes:

Vic ha visto di tutto: raddoppi, box-and-one, difese miste. La differenza è che ora resta paziente, capisce quando aspettare e quando colpire. Sta imparando che nel basket, a volte, la forza sta nella precisione

Harrison Barnes

Per Wembanyama, la prossima sfida è trovare il punto d’equilibrio tra l’impatto fisico e la lucidità tattica. Se riuscirà a fondere entrambe le dimensioni, il “gioco dentro il gioco” di cui tutti parlano sarà completamente suo.

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