Josh Giddey, inizio da MVP per il nuovo leader dei Bulls
Josh Giddey guida i Bulls con leadership e versatilità: la città inizia a sussurrare un nome insolito tra i candidati MVP
Sette partite sono bastate per far capire che Josh Giddey non è soltanto il nuovo volto dei Chicago Bulls, ma il motore di una squadra che sembra rinata. Dopo la firma del contratto quadriennale da 100 milioni di dollari, l’australiano ha preso in mano la squadra come se fosse sempre appartenuta a lui.
Con medie da 23.1 punti, 10 rimbalzi e 9.1 assist a partita, Giddey si è già guadagnato il sesto posto nella MVP Ladder ufficiale di NBA.com, segnale di un impatto immediato e travolgente.
Prestazioni da record
Il momento più eclatante del suo inizio di stagione è arrivato contro i New York Knicks, quando ha firmato il suo massimo in carriera con 32 punti. Ma il vero capolavoro è stata la rimonta contro Philadelphia: un assist millimetrico per Vucevic, tripla del sorpasso e un successo in rimonta da 32 punti che ha fatto impazzire il pubblico dello United Center.
In quell’occasione, Giddey è diventato anche il primo giocatore dei Bulls dopo Michael Jordan a mettere a segno due triple doppie consecutive – un traguardo che a Chicago non si vedeva dal 1989.
Nuovo leader offensivo
Con Coby White fermo ai box per un infortunio al polpaccio, Giddey ha assunto il ruolo di vero e proprio regista dell’attacco. La sua combinazione di visione di gioco, miglioramento nel tiro e capacità di coinvolgere i compagni sta trasformando i Bulls in una squadra molto più fluida e imprevedibile.
La crescita del 22enne australiano è evidente: il suo ritmo, la lettura delle difese e la sicurezza con cui prende decisioni nei momenti chiave lo rendono già un riferimento per i compagni – e una minaccia per qualsiasi difesa NBA.
Candidato MVP? Forse presto, ma il segnale è chiaro
È certamente prematuro parlare di MVP a novembre, ma le premesse sono solide. Anche il campione in carica Shai Gilgeous-Alexander ha dovuto guadagnarsi la fiducia gara dopo gara, e Giddey sembra intenzionato a fare lo stesso.
Ci saranno inevitabilmente periodi di flessione, soprattutto contro avversarie del calibro di Thunder, Lakers o Warriors, ma se riuscirà a mantenere questa costanza, il suo nome resterà in alto nei radar dei votanti per molto tempo.
A Chicago, intanto, una cosa è già certa: il futuro parla con accento australiano.