Tatum sul ritiro di LeBron: “Il suo addio sarà paragonabile a quello di Jordan”

LeBron James non ha ancora detto una parola sul ritiro, ma il conto alla rovescia è inevitabilmente già partito. A dicembre compirà 41 anni e, mentre lui continua a volare sopra il tempo, la NBA inizia a chiedersi come sarà un mondo senza il suo numero 23 a illuminare le notti d’America.

Non è questione di nostalgia anticipata: è che per un’intera generazione di giocatori LeBron è sempre stato lì. Una presenza fissa, un punto di riferimento. Chi oggi ha 20, 25, 28 anni è cresciuto guardando i suoi highlights prima di andare a scuola.

VJ Edgecombe, rookie classe 2005 dei 76ers, dopo la sconfitta contro i Lakers gli ha chiesto la maglia come fosse un rito d’ingresso nella NBA.. Per molti, come ha fatto intendere Jayson Tatum dalle sue parole, vederlo lasciare la scena sarebbe come assistere alla prima alba senza un pezzo di skyline.

Questa generazione di ragazzi ha conosciuto solo LeBron in NBA. Probabilmente gli restano un anno o due di carriera. Posso solo immaginare quanto dev’essere stato incredibile per voi vedere Michael Jordan ritirarsi; penso che l’effetto sarà lo stesso

Jayson Tatum

Ed è per questo che tanti suoi colleghi parlano di lui con un rispetto quasi reverenziale. Riflettono, ricordano, raccontano cosa ha significato giocargli contro o semplicemente condividerne l’era. Perché l’impatto di LeBron non è solo nei punti o nei trofei: è nei ragazzi che ha ispirato, nei ruoli che ha reinventato, nell’idea stessa di cosa possa essere una superstar moderna.

La verità è che nessuno sa se questa sarà davvero la sua ultima corsa. Forse ha ancora una stagione nelle gambe, forse due, forse sorprenderà tutti come sempre. Ma il solo fatto che la NBA inizi a immaginare la vita senza LeBron racconta meglio di qualsiasi statistica quanto gigantesca sia stata la sua ombra. E quanto, comunque vada, il suo effetto non smetterà di brillare.