LeBron e Brooks ancora faccia a faccia: “Non volevo superare il limite”
Brooks lancia il pallone a LeBron e la rivalità personale si accende di nuovo: il commento del numero 23 dei Lakers dopo il successo sui Suns
Tra LeBron James e Dillon Brooks non serve un contesto particolare: basta che condividano il parquet perché l’atmosfera si scaldi. È successo di nuovo nella sfida tra Lakers e Suns, una partita vinta dai gialloviola 116-114 non senza polemiche (come quella di Booker sul fallo a LBJ) che per lunghi tratti ha seguito il suo copione tecnico, prima di trasformarsi nell’ennesimo capitolo di una rivalità ormai personale.
L’episodio arriva a inizio terzo quarto. Brooks attacca il ferro, subisce fallo e, nel gesto successivo, allontana il pallone verso LeBron. Un dettaglio, forse.
Ma non per James, che reagisce immediatamente, andando faccia a faccia con il suo vecchio antagonista. Brooks si sfila, LeBron finisce per protestare con veemenza anche con gli arbitri, arrivando a un contatto che gli costa un fallo tecnico.
Lui compete, io competo. È normale che ci si affronti faccia a faccia. Ho cercato di non andare oltre il limite… e ci sono riuscito praticamente fino alla fine della partita
LeBron James
Nulla di nuovo, in fondo. I due si conoscono bene e la storia recente dice che James, sul piano del gioco, ha quasi sempre avuto l’ultima parola. Brooks, dal canto suo, continua a muoversi nel ruolo che si è costruito: quello del provocatore che non arretra, a prescindere dal nome sulla maglia avversaria. Lo aveva ribadito anche poche settimane fa, quando con 33 punti aveva guidato Phoenix al successo contro Los Angeles.
Questa volta, però, l’episodio sembra avere un effetto diverso. I Lakers reagiscono, alzano l’intensità e scavano un margine in doppia cifra nel quarto periodo. LeBron guida senza forzare, Brooks resta ai margini. È l’ennesima conferma che tra loro non scorre simpatia, ma anche che, quando la partita entra nel vivo, James continua a scegliere il modo più semplice per rispondere: incidere sul risultato.