Suns, Devin Booker: da Kobe al passo da MVP

Con i Suns ufficialmente primi ad Ovest la candidatura di Devin Booker al titolo di MVP diventa più che una semplice ipotesi

LeBron James e Devin Booker

Che sia uno degli scorer più prolifici ed efficaci dell’NBA attuale è ormai un dato di fatto, ma quest’anno Devin Booker ha alzato ulteriormente l’asticella verso il livello successivo: candidarsi al titolo di Most Valuable Player.

Cos’è cambiato? Non certo le qualità del ragazzo, che fin dal primo giorno in NBA ha fatto vedere di che pasta è fatto con prestazioni da record ai limiti del fenomenale. Basta pensare ai 70 punti contro i Celtics o al record di punti all’esordio ai Playoff, 601, mettendosi alle spalle giocatori del calibro di LeBron James, Kareem Abdul-Jabbar e Julius Erving. Andiamo a vedere allora cos’ha fatto fare a Booker il definitivo salto di qualità.

“Be Legendary”

É il monito, il mantra, il consiglio che Kobe Bryant ha dato al giovane Booker nella partita di addio a Phoenix del 2016, in cui l’allora rookie dei Suns aveva registrato 28 punti. “Sii leggendario” sono state le parole del Mamba nella sua ultima partita in Arizona e di quello Devin ha fatto una missione.

Devin Booker e Kobe Bryant
Devin Booker e Kobe Bryant

Da allora i 13.8 punti medi sono diventati 22.1, poi 24.9 fino a raggiungere il picco massimo di 26.6 per due stagioni consecutive. Mai più sotto i 22 di media, una convocazione in extremis all’All Star Game ma mai una presenza ai Playoff. Fino allo scorso anno.

Alla corte di Monty Williams arriva a sorpresa Chris Paul, The Point God, il veterano capace di migliorare tutte le squadre in cui è passato. La firma è inaspettata, CP3 era stato accostato a squadre di lignaggio ben superiore eppure decide di accasarsi ai Suns.

Lo scetticismo è palpabile, soprattutto relativo alla convivenza con una stella bisognosa della palla come Booker. Pochi vedono Phoenix come una potenziale squadra da Playoff, tantomeno una contender al titolo, eppure partita dopo partita, passo dopo passo, la franchigia dell’Arizona si fa strada fino alle Finals.

Booker è strepitoso, l’arrivo di Chris Paul gli regala ulteriore consapevolezza nei propri mezzi, una migliore conoscenza e comprensione delle spaziature e delle dinamiche di squadra più che di quelle individuali (di cui ormai è già un maestro). Segna 25.3 punti di media, 4.2 rimbalzi e 4.3 assist in stagione regolare, registra le percentuali migliori in carriera e i suoi Playoff sono semplicemente sensazionali: 27.6 punti, 5.6 rimbalzi e 4.5 assist con il già menzionato record di punti totali per un esordiente in post season. Eppure è stato solo l’inizio.

La corsa all’MVP

La stagione dei Suns è cominciata con la consapevolezza di essere tra le favorite, non più una Cenerentola al ballo ma una seria candidata a raggiungere nuovamente le Finals. Ad oggi Phoenix è già la regina della Western Conference senza possibilità di replica con otto giornate di anticipo e un distacco di nove vittorie dalla seconda in classifica.

E intanto Devin Booker vola. É volato facendo un lavoro tremendamente sottovalutato per via dell’ombra di Chris Paul. Almeno fino ad un mese fa, il 24 febbraio, prima delle quindici partite senza CP3. Undici vittorie e quattro sconfitte, battendo le prime della classe come Miami e Chicago: 28.1 punti medi, tre doppie doppie con assist.

Stanotte, al rientro di Paul dopo l’infortunio, ha realizzato 49 punti e 10 assist, mettendo il sigillo ufficiale sul dominio incontrastato dell’Ovest.

I numeri parlano chiaro: per record di squadra e per prestazioni individuali, è a tutti gli effetti un serio candidato per l’MVP. Al momento è settimo nella KIA MVP Ladder, ma è impossibile non dargli più credito per quanto stiamo vedendo.

Damian Lillard, Isiah Thomas e tante altre figure di spicco della lega stanno dando il loro supporto al prodotto di Kentucky e guardando le statistiche di questa stagione non si può non essere d’accordo.

I suoi 26.3 punti attuali sono la seconda media più alta in carriera; 5 rimbalzi medi sono il suo career-high; la sua eFG% (percentuale di efficienza) è la più alta fatta registrare dal suo esordio; non ha mai tirato così bene dall’arco come quest’anno, col 37% a fronte di 7.1 tentativi a partita; career-high in palle rubate, 1.2; offensive rating e defensive rating migliori in carriera.

Tenendo questo ritmo potrebbe superare il suo massimo di punti registrato in stagione, 1863.

Certo, davanti a lui ci sono dei mostri sacri come Embiid, Jokic e Antetokounmpo e sarà difficile superarli, ma il fatto di aver alzato a tal punto il proprio livello da essere messo al loro stesso tavolo sicuramente sarà un punto di orgoglio per Book e se dovesse continuare così, seguendo il consiglio del proprio mentore e fonte di ispirazione, non è affatto impossibile pensare di vederlo stringere l’MVP negli anni a venire.

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