Non c’è più spazio per Cam Thomas nella NBA moderna

Cam Thomas segna tanto, ma incide poco: nella NBA moderna, il suo profilo fatica a trovare spazio

Cam Thomas con la maglia dei Brooklyn Nets

Cameron Thomas è stato uno dei nomi più elettrizzanti, almeno sul piano statistico, dell’ultima stagione NBA: 23.2 punti di media con i Brooklyn Nets, numeri da All-Star, che lo hanno proiettato in cima alla lista dei free agent più osservati dell’estate.

Eppure, proprio i Nets hanno scelto di voltare pagina, offrendo al suo entourage un rinnovo da appena 28 milioni in due anni. Proposta rigettata senza esitazioni dal giocatore, ma che racconta molto più di quanto sembri.

Perché nel 2025, il punteggio personale non basta più. La NBA moderna premia chi riesce a incidere su entrambi i lati del campo, chi migliora il contesto in cui si trova. E Cam Thomas, per quanto esplosivo e capace di infilare quarantelli a ripetizione (più di leggende come Tim Duncan e Kawhi Leonard, per dire), non è mai riuscito a impattare realmente sulle vittorie.

Anzi, il suo gioco si è spesso trasformato in un limite: troppo accentratore, disattento in difesa, incapace di coinvolgere i compagni. Gli scout lo vedono, nel migliore dei casi, come un Sesto Uomo specializzato, utile solo per sparigliare partite bloccate con la sua imprevedibilità offensiva. E in una NBA che guarda sempre più a versatilità, efficienza e compatibilità difensiva, non c’è più spazio per i realizzatori “monodimensionali”.

In quest’ottica, la scelta dei Nets appare coerente: Cam Thomas viene valutato esattamente per quello che è oggi. Uno scorer letale, ma non un costruttore di vittorie. E per questo, non un titolare affidabile in una squadra che ambisce ai Playoff.

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