Il futuro di Russell Westbrook in NBA resta incerto

Russell Westbrook ancora senza squadra: a 36 anni l’ex MVP valuta le ultime chance NBA, tra sogni di Titolo e il ritorno a OKC

Russell Westbrook con la maglia dei Denver Nuggets nella stagione 2024/25

Russell Westbrook rischia di restare senza squadra. Dopo aver rifiutato la player option da 4 milioni di dollari con i Denver Nuggets a inizio estate, l’ex MVP del 2017 è ancora free agent. Sono passate quasi tre settimane da agosto e, a meno di un mese dall’inizio dei training camp, la possibilità che inizi la stagione da svincolato non è più così remota.

Secondo quanto riportato da Sam Amico di Hoops Wire, diverse squadre hanno mostrato interesse – tra cui Sacramento Kings, Miami Heat, New York Knicks e Milwaukee Bucks – ma nessuna ha affondato il colpo. E, se arriverà un contratto, sarà con tutta probabilità al minimo salariale.

A 36 anni, Westbrook è un futuro Hall of Famer con 17 stagioni alle spalle, un curriculum che parla da solo: un MVP, due titoli di miglior realizzatore, nove convocazioni all’All-Star Game. Una carriera da protagonista assoluto, che però negli ultimi anni ha visto calare il suo impatto.

Tra età, infortuni e un gioco NBA sempre più orientato al tiro da tre, il valore di Russ si è ridotto. Lo scorso anno, in 75 partite con i Nuggets, ha chiuso con 13.3 punti, 6.1 assist e 4.9 rimbalzi di media, tirando con il 44.9%. Numeri solidi, ma lontani dalla “tripla-doppia di media” che aveva infiammato i suoi anni migliori.

Sacramento Kings, Miami Heat, New York Knicks e Milwaukee Bucks sono possibile destinazioni. Detto ciò, alcune fonti non sarebbero sorprese se Westbrook restasse senza squadra a inizio stagione. Se dovesse firmare, sarà probabilmente per un contratto al minimo, e non è detto che sia con una di queste squadre

Sam Amico via Hoops Wire

I limiti difensivi e il tiro da fuori restano problemi, così come la percezione di un carattere difficile. Eppure, Westbrook conserva qualità preziose: energia, leadership, carisma da spogliatoio. Per squadre ambiziose come Bucks o Knicks potrebbe essere un cambio esperto, utile nei Playoff. In contesti come Kings o Heat, invece, avrebbe senso come mentore per giovani e role player.

Il finale più romantico sarebbe un ritorno agli Oklahoma City Thunder, franchigia che lo ha lanciato e che rappresenta casa per lui e per i tifosi. Non sarebbe una mossa tecnica, ma un tributo a una carriera iconica.

Per ora il telefono di Westbrook resta silenzioso. Forse si muoverà qualcosa a campionato in corso, quando inevitabilmente arriveranno infortuni o buchi nei roster. Una cosa è certa: Russ non è più la forza devastante di un tempo, ma è ancora un competitore vero. E fino a quando ci sarà una porta aperta, proverà a passarci dentro

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