I 10 Migliori Giocatori NBA per Statistiche Combinate

Vi siete mai chiesti quali sono i giocatori con le migliori statistiche di sempre in NBA? Se la risposta è “sì”, questo articolo farà al caso vostro

Michael Jordan Guardia dei Bulls

Molto spesso, quando si discute su chi sia il migliore tra 2 o più giocatori, vengono tirate in ballo le statistiche, un argomento che può però causare più confusione che altro. Questo perché esistono diversi tipi di giocatori, e uno scorer puro non necessariamente è migliore o peggiore rispetto ad uno specialista della doppia doppia che però ha una media punti inferiore.

Ed è proprio per questo motivo che oggi vi proponiamo i Migliori 10 giocatori NBA per staistiche combinate: ovvero in base alla somma delle loro statistiche (andando ovviamente a sottrarre le palle perse).

Occorre una precisazione: sono stati presi in considerazione soltanto coloro che hanno giocato almeno metà della propria carriera dopo il 1977, anno in cui le palle perse sono diventate una statistica ufficiale.

Pronti? Via!

10. Charles Barkley (36,9)

Cominciamo con uno dei migliori giocatori di sempre, un fenomeno capace di strappare l’MVP del 1993 a Michael Jordan e al quale è mancato soltanto l’anello. Le medie di Barkley in carriera sono spaventose: 22,1 punti, 11,7 rimbalzi, 3,9 assist, 1,5 palle rubate, 0,8 stoppate, 3,1 palle perse, per un totale di 36,9. Solamente uno 0,4 in più di Russell Westbrook, quel tanto che basta per soffiare a Brodie il posto nella top 10.

9. Hakeem Olajuwon (37.2)

Al nono posto troviamo l’MVP del 1994, nonché leader della squadra che si è accaparrata entrambi i titoli NBA nei 2 anni del primo ritiro di Jordan. Le medie recitano 21.8 punti, 11.1 rimbalzi, 2.5 assist, 1.7 palle rubate, 3.1 stoppate, 3 palle perse. Nel caso di The Dream, saltano ovviamente all’occhio le 3 stoppate abbondanti a partita in una carriera lunga 18 anni.

8. Shaquille O’Neal (37.3)

Il dominio assoluto nel pitturato di Shaq non è mai stato messo in discussione, contrariamente alla sua voglia di allenarsi; infatti, negli ultimi anni di carriera le sue statistiche si sono drasticamente abbassate.

Nonostante ciò, per il 4 volte campione NBA le medie ammontano a 23.7 punti, 10.9 rimbalzi, 2.5 assist, 0.6 palle rubate, 2.3 stoppate e 2.7 palle perse a partita. Non male vero?

7. Kevin Durant (37.4)

Non poteva mancare in questa classifica un fenomeno come Kevin Durant, il quale ha superato di 0.1 Shaq grazie alle recenti prestazioni in maglia Nets. Per l’ex Thunder e Warriors sono 27.1 punti, 7.1 rimbalzi, 4.1 assist, 1.1 palle rubate, 1.1 stoppate e 3.1 palle perse a partita fino ad ora, ma la sua carriera è tutt’altro che finita…saprà mantenere questi numeri?

6. Karl Malone (37.8)

Ed eccolo qui, il secondo miglior marcatore nella storia della NBA, dietro soltanto a Kareem Abdul-Jabbar. 25 punti a partita in una carriera durata 19 anni non stupiscono se pensiamo che, a partire dalla sua terza stagione nella lega, l’ex #32 dei Jazz ha mantenuto quella media per 11 stagioni.

A questa incredibile statistica vanno aggiunti 10.1 rimbalzi, 3.6 assist, 1.4 palle rubate, 0.8 stoppate e 3.1 palle perse: gli è mancato soltanto il titolo, ed è chiaramente il miglior giocatore di sempre a non averlo mai vinto.

5. Anthony Davis (38.4)

Sicuramente è ancora presto per paragonarlo agli altri nomi di questa lista, ma le sue skills ci fanno credere che potrà soltanto migliorare la sua posizione attuale, magari raggiungendo addirittura la vetta della classifica.

In queste sue prime 9 stagioni nella lega, AD ha mantenuto delle medie spaventose: 23.9 punti, 10.3 rimbalzi, 2.3 assist, 1.4 palle rubate, 2.4 stoppate e 1.9 palle perse. Insomma, l’efficienza fatta a giocatore di basket.

4. Larry Bird (40.0)

Uno dei migliori di sempre, per molti addirittura degno di un posto sul Monte Rushmore della NBA (candidatura più che giustificata). Non soltanto uno dei giocatori più efficaci della storia, ma anche una macchina da statistiche.

Per lui medie di 24.3 punti, 10 rimbalzi, 6.3 assist, 1.7 palle rubate, 0.8 stoppate e 3.1 palle perse, con ben 13 stagioni in cui ha raggiunto la doppia cifra di media sia in punti che in rimbalzi. Ah, non dimentichiamo i 3 titoli di campione NBA (che però non bastano per enrare nella top 30 dei gioatori NBA più vincenti).

3. Kareem Abdul-Jabbar (40.2)

In cima alla lista dei migliori marcatori nella storia della NBA ci trovate il suo nome, almeno ancora per qualche anno. Le statistiche messe a referto da Jabbar hanno un che di surreale, eppure non bastano per descrivere il suo impatto sul gioco. 24.6 punti, 11.2 rimbalzi, 3.6 assist, 0.9 palle rubate, 2.6 stoppate, 2.7 palle perse e, soprattutto, l’invenzione del tiro più immarcabile che questo sport abbia mai visto, il gancio cielo.

2. LeBron James (40.7)

Probabilmente il giocatore più completo di sempre, un atleta incredibile che è stato capace di frantumare molti record e ha sostanzialmente annullato la suddivisione in ruoli che per tanti anni ci ha accompagnati.

Le sue statistiche combinate: 27 punti, 7.4 rimbalzi, 7.4 assist, 1.6 palle rubate, 0.8 stoppate, 3.5 palle perse e, ciò che più spaventa (gli avversari) è che a 36 anni, alla 18esima stagione nella lega, non sembra volerne sapere di fermarsi.

Il Re, già giocatore NBA più pagato, ha ancora qualche anno davanti e sembra avere 3 obiettivi ben precisi da raggiungere prima del ritiro: vincere il maggior numero di anelli possibile, diventare il miglior marcatore nella storia della lega e, soprattutto, diventare il primo giocatore a condividere il parquet della NBA con il proprio figlio, la perfetta chiusura del cerchio.

1. Michael Jordan (42.0)

Diciamoci la verità, avevate dubbi? Quando si parla di basket, Michael Jordan riesce sempre a dominare la conversazione, motivo per cui è considerato il migliore di tutti i tempi dalla stragrande maggioranza di esperti e appassionati.

30.1 punti di media per MJ, a cui si vanno ad aggiungere 6.2 rimbalzi, 5.3 assist, 2.3 palle rubate, 0.8 stoppate e 2.7 palle perse. Visti gli innumerevoli highlights che lo vedono segnare dei tiri incredibili e spesso decisivi, spesso le nuove genrazioni non realizzano quanto Jordan fosse effettivamente un giocatore completo, come dimostrano le statistiche di rimbalzi, assist e palle rubate.

C’è un motivo se lo chiamano The GOAT.

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